MISFITS – Static Age

Pubblicato il 01/11/2021 da
voto
9.0
  • Band: MISFITS
  • Durata: 00:35:02
  • Disponibile dal: 15/07/1997
  • Etichetta:
  • Caroline Records
  • Distributore: Universal

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Essere una delle band più iconiche per i metallari pur non avendo mai suonato metal.
Sdoganare praticamente il corpsepaint, ma usarlo quasi per scherno, come se ogni giorno fosse Halloween.
Far uscire il proprio disco di esordio quasi 15 anni dopo lo scioglimento (o pseudo tale…), essenzialmente grazie all’endorsement fornito dai Metallica e da una memorabile cover.
Sarebbero sufficienti questi elementi per rendere speciale questa band, ma i Misfits sono stati, sono e saranno sempre qualcosa di più e unico.
Gli anni iniziali della band vedono la formazione variare in continuazione, con ben poche costanti; innanzitutto la presenza di Glenn Danzig, unico membro fondatore a tutti gli effetti, con tutti i brani che portano la sua firma esclusiva, e il suo sogno di integrare nella nascente scena punk la presenza delle tastiere e atmosfere più rockabilly. Sarà l’amicizia con i Ramones a far virare le sonorità verso una direzione compiutamente punk, così come la vicinanza ai Black Flag di qualche anno dopo contribuirà all’innesto di elementi più hardcore. Non meno importante, nell’economia della band, fu tuttavia l’innesto di Jerry Only nel marzo del 1977, a soli due mesi dalla fondazione del gruppo, e ben tre dalle prime note strimpellate da quest’ultimo su un basso, ricevuto come regalo di Natale. Non era certo il virtuosismo il punto forte di questo gruppetto di italoamericani (di Lodi, New Jersey, per la precisione), ma alcune certezze assolute sul loro progetto ne hanno garantito la riuscita: avere un immaginario unico e creare un ponte concreto tra il ‘quattro accordi e via’ e il rock n’roll degli anni Cinquanta. I punti in comune, alla fine, sono tantissimi, e avere in organico Danzig, con la sua voce a metà strada tra Elvis e Jim Morrison, non era certo un valore aggiunto da poco, per raggiungere lo scopo.
Lasciandovi tutta la libertà di scoprire da voi, in termini biografici, il complicato periodo che va dal 1977 al 1983, ciò che conta è che i brani presenti su “Static Age”, pubblicato solo nel 1997 per motivi legali, siano (se non la più completa) la più ragionata e compiuta rappresentazione di cosa fossero i Misfits originali. Per i fan della prima ora, che all’epoca comprarono ogni 7” o EP, forse sono poche le sorprese; non valgono certo l’acquisto i frammenti di outtakes posti in fondo al disco come ghost track, e la presunta miglior qualità delle registrazioni non sembra dipendere da remastering, ma solo dall’incisione su un supporto migliore. Resta il fatto che per la prima volta quello che doveva essere il loro esplosivo esordio discografico ben 19 anni prima si può ascoltare nella sua interezza e secondo la tracklist prevista, comprese le allora b-sides “She”, “Spinal Remains” e “In The Doorway”. E soprattutto si può ascoltare un loro disco con la chiara percezione di quanto fossero avanti ed esilaranti questi quattro zombie scanzonati.
Ci sono pezzi ‘banalmente’ punk, ma sempre sporcati da una matrice oscura, che si rifà alla passione per i film della Hammer e i fumetti della EC Comics di cui questi ragazzacci si sono da sempre nutriti (“Return Of The Fly”, “We Are 138”, “Teenagers From Mars”), oppure sguaiatezza e filamenti hardcore ad avvolgere i brani come tentacoli di esseri mostruosi: “TV Casualty”, “Spinal Remains” e “She”, uno delle loro prime composizioni in assoluto. E ancora, elementi che solo i Misfits avevano, e che affondavano i loro artigli nel rock dei due decenni precedenti, solo con ritmiche più spinte e testi goliardici e scorrettissimi. Da “Some Kinda Hate”, costruita sullo stesso giro di “Stand By Me”, a “Hybrid Moments” passando per l’iconica “Last Caress”, coverizzata come detto da Hetfield &co., e da decine di band a seguire; giù fino a perle poco note poste sul finale, e che avrebbe potuto suonare Marty McFly in una mitica scena di “Ritorno Al Futuro”: brani come “Theme For A Jackal” o “In The Doorway” riservano alla storia della musica americana lo stesso trattamento compiuto dai loro amici Damned sul rock inglese, attualizzando e stravolgendo insieme assodati stilemi. Oltre ai due pilastri succitati, Franché Coma e Dr. Jim sono le fortunate meteore che, in una ridda di cambi di formazione, si trovano ad avere impresso il loro nome sui crediti di questo disco – pur con una permanenza nella band inferiore all’anno di durata. Sarà solo il fratello minore di Jerry, entrato sedicenne nella band con il nom de plume di Doyle Wolfgang Von Frankenstein, a occupare un posto duraturo al comando delle sei corde nel seguito, oltre a schiacciare vieppiù l’acceleratore sulla componente horror.
Dopo il 1983, con l’addio di Danzig e questo disco apparentemente perduto per sempre, la storia dei Misfits si basa per lo più su diritti ceduti in maniera scriteriata alle case discografiche e su battaglie in merito all’utilizzo del nome; ovviamente ingentilite da minacce, insulti e scontri fisici lungo il triangolo Glenn Danzig-Jerry Only-Doyle Von Frankenstein, guarda un po’ anche tre appassionati di culturismo. Tensioni che non hanno impedito di spingere sul merchandise a livello dei Kiss e lo svolgimento di due nuove fasi di vita, guidate da Jerry Only, di tutto rispetto: una che ha incorporato elementi del punk californiano con l’ottimo Michale Graves alla voce e ancora Doyle in formazione, l’altra come trio con Only a rimestare, anche piacevolmente, l’antica impronta rock n’roll, accompagnato dagli amici Dez Cadena (Black Flag) e Marky Ramone (guarda un po’!). E soprattutto improbabili ma lucrose reunion, di cui l’ultima ancora in corso per una serie di live selezionati, con il prezzemolino Dave Lombardo a completare la trimurti di cui sopra. Ma, citando un loro antico pezzo, questo è solo too much horror business

TRACKLIST

  1. Static Age
  2. TV Casualty
  3. Some Kinda Hate
  4. Last Caress
  5. Return Of The Fly
  6. Hybrid Moments
  7. We Are 138
  8. Teenagers From Mars
  9. Come Back
  10. Angelfuck
  11. Hollywood Babylon
  12. Attitude
  13. Bullet
  14. Theme for A Jackal
  15. She
  16. Spinal Remains
  17. In The Doorway
  18. (Ghost Track)
  19. (Ghost Track)
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