6.5
- Band: MISS MAY I
- Durata: 00:34:33
- Disponibile dal: 02/09/2022
- Etichetta:
- Sharptone Records
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Se una volta i Miss May I erano conosciuti come ‘maniscalchi del metalcore’, titolo conquistato al ritmo di quattro dischi in cinque anni, la pandemia (e la contemporanea paternità del frontman) sembrano aver rallentato la vena creativa del quintetto dell’Ohio, tornato dopo un’attesa di egual durata con la loro settima fatica in studio. A non essere cambiato di una virgola è invece l’approccio musicale della band: a partire dalla copertina, dove come da tradizione compare il leone divenuto ormai mascotte della band, la mezz’ora abbondante di “Curse Of Existence” è un distillato di metalcore melodico secondo la tradizione portata al successo ormai quasi due decadi fa dai vari Killswitch Engage, As I Lay Dying e All That Remains. Mentre i padri nobili del genere vivono ormai di rendita e molti dei loro coetanei sperimentano con alterne fortune nuove sonorità, va dato atto a Benton e soci di essere rimasti fedeli a se stessi: niente ballad, nessun riff nu-metal, zero aiuto del pubblico e neanche un breakdown glitchato, ma solo la consueta cascata ritmica di riff spezzacollo e l’immancabile alternanza tra lo scream del nipote di Glen Benton e le onnipresenti clean vocals del bassista Ryan Neff. Chiunque abbia sentito più di tre dischi metalcore in vita sua avrà già intuito il canovaccio, ma nonostante la totale assenza di originalità dobbiamo riconoscere che le varie “A Smile That Does Not Exist”, “Earth Shaker”, “Into Oblivion” e “Free Fall” (con un piacevole retrogusto infiammato non solo per effetto del titolo) svolgono egregiamente il loro compito d’intrattenimento, anche se un po’ di stanchezza sul finale si avverte mentre ci avviciniamo alla conclusiva “Bloodshed” (unico barlume di novità con un coro quasi ecclesiastico in sottofondo). Portabandiera di un genere ormai desueto (quanto meno nell’accezione più pura del termine) o gruppo da cestone dell’Autogrill? Probabilmente entrambe le cose a seconda dei punti di vista, ma se cercate un po’ di scapocciate ricche di melodia citofonate pure a casa Benton e chiedete di Levi.