8.0
- Band: MISÞYRMING
- Durata: 00:43:14
- Disponibile dal: 07/02/2015
- Etichetta:
- Terratur Possessions
Spotify:
Apple Music:
Ancora Islanda, ancora Terratur Possessions e, naturalmente, l’ennesima realtà black metal da capogiro, che va a chiudere idealmente il cerchio infernale costituito, oltre che dai presenti Misþyrming, dai compagni Carpe Noctem (con cui condividono le ottime doti del talentuoso batterista), dagli Svartidaudi e dai temibili Sinmara. Non solo una scena musicale florida e molto ispirata quindi, ma un vero e proprio collettivo artistico di musicisti che da qualche anno a questa parte hanno deciso di fondere le proprie insane visioni musicali in gruppi e progetti che sembrano veramente baciate dall’operato del maligno, tanta e la prolificità e la qualità sprigionata dalle releases di queste band. L’ultimo arrivato “Söngvar Elds Og Óreiðu”, composto quasi interamente da un giovanissimo e misterioso D.G., si riallaccia naturalmente alla natura sulfurea e malata ormai da considerarsi tradizionale per la scena islandese, aggiungendo però, o meglio riprendendo, una ricerca melodica fine e per certi versi classica, che avvicina il duo ai fondamentali lavori dei Darkthrone dell’epoca d’oro e a tutto il primo black scandinavo, profondamente influenzato da uno sviluppo delle canzoni progressivo e melodicamente molto marcato. Naturalmente l’album abbonda di arpeggi acidi, voci gravi in growl e cambi di tempo repentini ed inaspettati (basti sentire “…af þjáningu og þrá” o “Ég byggði dyr í eyðimörkinni” in tale senso), tutti elementi che permettono di definire “moderno” lo stile dei Misþyrming in linea del resto con tutto il black metal oggi concepito e prodotto, ma rispetto ai gruppi sopracitati e certamente ravvisabile un gusto meno avanguardistico e più tradizionale che risuona palese nell’opener “Söngur heiftar”, in “Endalokasálmar”, nella breve “Er haustið ber að garði” e soprattutto in “Söngur uppljómunar”, dotata di un motivo marziale ed allucinante che una volta entrato in circolo, vi possiederà totalmente per molto tempo a venire. La produzione è equamente soppesata tra un suono grezzo e poco ripulito ed una resa complessiva ben distinguibile in ogni sua parte, cosa non scontata visto il gran numero di sovra-incisioni che talvolta riempie lo spazio musicale, mentre sono bravissimi D.G. e H.R.H. nel variare metricamente lo sviluppo delle canzoni, passando con grande fluidità da tempi serrati ad agili mid-tempos, fino all’utilizzo di beat lenti e molto evocativi. Si segnala infine un ottimo utilizzo delle inquietanti partiture ambient che affiorano durante la tracklist e concludono egregiamente l’intera opera, aggiungendo phatos e malvagità ad un lavoro già di per sé disturbato e disturbante. Possiamo affermare ormai con certezza che la terra dei geyser sta donando solamente ottime uscite nel settore estremo ultimamente, e che Terratur Possessions si rivela nuovamente una fucina incredibile di realtà selezionate di assoluta qualità: un nuovo capolavoro ha visto la luce, ed il suo nome corrisponde a “Söngvar Elds Og Óreiðu”.