
7.0
- Band: HELL (USA) , MIZMOR
- Durata: 00:39:58
- Disponibile dal: 04/04/2025
- Etichetta:
- Gilead Media
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Autorevoli rappresentanti del dolore in musica, A.L.N. (Mizmor) e M.S.W. (Hell) sono figure tormentate che nello scambio di idee e nella collaborazione reciproca hanno trovato un modo per giovarsi l’uno della creatività dell’altro. Dal vivo, l’uno suona nel gruppo dell’altro, uscendo quindi dalla dimensione di one-man band caratterizzante entrambi i progetti.
Questi due eroi dell’underground a stelle e strisce arrivano ora all’inevitabile: un album collaborativo. Nel 2014 i due avevano già condiviso una pubblicazione, in uno split che li vedeva protagonisti con una traccia ciascuno. Quello dell’album collaborativo è un formato già frequentato in passato da A.L.N.; con Andrew Black per l’etereo “Dialetheia” e assieme ai Thou, nello sconquassante “Myopia”. Per M.S.W., è invece la prima volta.
Nell’accostare il nome dei loro due progetti principali, i Nostri non vanno a caccia di chissà quali alchimie, e sarebbe anche eccessivo chiederglielo. “Alluvion” presenta due tracce più lunghe e composite – l’iniziale “Begging To Be Lost” e la terza “Pandemonium’s Throat” – e due episodi più brevi e destrutturati, “Vision I” e “Vision II”, rispettivamente in seconda e quarta posizione della tracklist. Una scelta volta, almeno così la intendiamo noi, ad alleviare parzialmente i cospicui carichi di angoscia delle due canzoni di maggior respiro.
Il disco pende stilisticamente sul versante Mizmor, presentandosi maggiormente affine al black/doom metal corrotto di quest’ultimo, mentre le sfumature di provenienza Hell sono meno appariscenti, nonostante si capisca che “Begging To Be Lost” sia più farina del sacco di A.L.N., e viceversa accada nella più sludge, greve e tumefatta “Pandemonium’s Throat”. Parliamo in ogni caso di entità frequentanti ‘regioni’ sonore non dissimili, per cui non si percepiscono stacchi così netti tra il materiale pensato dall’uno e dall’altro musicista.
Il suono fuzzoso e carico di riverbero ci fa entrare in poche battute di “Begging To Be Lost” su coordinate vicine, appunto, proprio all’ultimo album firmato Mizmor, “Prosaic”. Qualcosa di scorbutico, arcigno, ruvido, così esasperato nella pesantezza e nel riverbero chitarristico da tendere a registri cari ai vecchi Electric Wizard, quelli dei primi due album; a questa sensazione si alternano ampi squarci di nero crooning estremista – d’altronde, è una delle caratteristiche di maggior classe di A.L.N.. Spazi di raccoglimento essenziali per dare respiro alla musica, il contrasto fra atroce asprezza e una dimensione dimessa e sconfitta è di per sé probabilmente il motivo fondante alla base di un album simile.
Efficace il dualismo dei cantanti, in grado di donare una particolare acredine alle composizioni: acuisce lo strazio interiore e fa emergere, con nitidezza sempre più evidente col passare dei minuti, una slabbrata malinconia. Dei retaggi tipicamente black metal, effettivamente, vi è un preciso richiamo soltanto in alcune tremolanti accelerazioni di “Pandemonium’s Throat”, nonostante l’asprezza del suono, il suo essere scorbutico e per niente rifinito, rimandi comunque a un’estetica da black metal primordiale.
“Alluvion”, nel complesso funziona: ci sono familiarità e ‘sapore di casa’, in queste tracce. Ciò detto, a una traccia iniziale brillante ed equilibrata tra sofferenza e delicatezza, con vuoti e pieni, rumore e silenzi ben intervallati, seguono tre tracce lievemente più prolisse e non così emozionanti. “Vision I” e “Vision II” cedono alla lungaggine, con una parvenza in più punti affine a quella di un’intro allungata, invece che di un brano strutturato e di senso compiuto. L’immondo rantolare di “Pandemonium’s Throat”, infine, è fin troppo uniforme nel suo reiterare sentimenti di disgusto esistenziale, finendo per risultare gradevole ma un po’ scontata nel suo cocciuto marciume.
“Alluvion” non è ascolto piatto o deludente, però le discografie di Mizmor – soprattutto – ed Hell hanno saputo darci maggiori slanci emozionali in passato. Promosso, ma senza inni di peana.