7.0
- Band: MNEMIC
- Durata: 00:44:40
- Disponibile dal: 27/09/2004
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Audioglobe
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“Battere il ferro finché è caldo”. Questo deve essere stato il pensiero dei Mnemic durante i concitati preparativi per questo loro secondo album, “The Audio Injected Soul”. Nei negozi a solo un anno di distanza dal debut “Mechanical Spin Phenomena”, il nuovo parto del quintetto danese suscita infatti quasi le stesse considerazioni fatte allora: ottima produzione, buona tecnica, grande capacità di scrivere pezzi catchy ma anche pochissima originalità. Un’evoluzione c’è stata, ma non si tratta di nulla di particolarmente rilevante: i pezzi del primo album erano più variegati e complessi, un bel mix di Fear Factory, Meshuggah e ultimi In Flames, quelli nuovi sono invece più diretti e maggiormente in linea con il sound della band di Burton C. Bell, magari un po’ più melodici e dinamici ma comunque non troppo differenti. Una cura ancora maggiore è stata riposta nei ritornelli, tutti immediati e canticchiabili, e, in generale, sulle vocals, nettamente più limpide. Poi anche le parti groovy sono state ritoccate: appaiono infatti assai più trascinanti che in passato. Anche se “Deathbox” e “Sane VS. Normal” risultano i brani più veloci della giovane storia del gruppo, nel complesso si ha dunque a che fare con un lavoro ancora più easy listening di “Mechanical Spin Phenomena”, più votato alla melodia e a certe dinamiche di stampo nu. Questo comunque non deve essere visto come un difetto, poiché a conti fatti i brani sono quasi tutti molto riusciti e convincenti, sicuramente più di quelli del debut (anche se la cover della mitica “Wild Boys” dei Duran Duran è solo discreta… meglio quella degli Atrocity!). Resta il problema dell’originalità, che in certi episodi è davvero scarsa, ma di questi tempi chi è che inventa realmente qualcosa? I Mnemic non saranno i depositari di un nuovo tipo di metal – come la Nuclear Blast continua a sostenere – però sono dei buoni songwriter e questo “The Audio Injected Soul” contiene senza dubbio alcuni dei loro brani migliori. Se li avete già apprezzati in passato o stravedete per i Fear Factory, non avrete certo problemi ad accontentarvi!