6.5
- Band: CADAVERIA , NECRODEATH
- Durata: 00:31:31
- Disponibile dal: 02/09/2016
- Etichetta:
- Black Tears Of Death
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Quello che ci piace dello split ad opera dell’accoppiata Necrodeath e Cadaveria è la leggerezza di fondo dell’operazione stessa. Difatti, questo mini di sei tracce che viene licenziato sotto il nome “Mondoscuro” (chiaro riferimento al progetto Necrodeath-Schizo “Mondocane”, a sua volta riferimento ai vari ‘mondo movies’ che dall’Italia hanno saputo destabilizzare, e ispirare, un po’ ovunque con quei violentissimi finti documentari) ricade evidentemente sotto un progetto corale tra due entità che sono sempre state legate a doppio filo. I protagonisti stessi ne parlano come di un ‘sodalizio che disturbava le menti e che andava esorcizzato con l’entrata in studio’; si respira un’aria divertita tra gente che si piace, benché malevola quanto basta viste le parti in gioco, e ben lontana da collaborazioni scritte a tavolino e che puzzano di stantio e naftalina. Le sei tracce sono divise equamente tra due ‘scambi di ruoli’ (“Mater Tenebrarum” dei Necrodeath viene interpretata da Cadaveria, mentre “Spell”, dall’album “The Shadow’s Madame” è ad opera di Flegias e compagni), due brani inediti (in cui ci sono collaborazioni condivise tra i gruppi) e infine due cover estemporanee (“Christian Woman” dei Type O’ Negative per Cadaveria, “Helter Skelter” dei Beatles per Necrodeath). Se le prime due cover vengono reinterpretate con un piglio personale che esalta le caratteristiche del combo che le suona (“Mater Tenebrarum” risulta moderna e certamente più lirica e di ampio respiro – grazie anche all’innesto di Lindsay Schoolcraft, già voce nei Cradle Of Filth, mentre “Spell” abbassa di non poco le tonalità di scuro che già tinteggiavano l’act originale e si impreziosisce di un assolo furioso ad opera di Pier Gonella), le due tracce inedite sono il piatto che più ci interessava: “Dominion Of Pain” è un pezzo bello tirato nel suo mid-tempo, con una parte centrale eterea, un intreccio dei due cantanti e una chitarra semplice ma che regge il gioco; “Rise Above”, questa volta dei Necrodeath, è un pezzo invece piuttosto cadenzato e inusuale per i genovesi, con diverse parti in italiano e comunque un songwriting ispirato ma che fa intuire che le cartucce più interessanti sono in serbo per il prossimo album. Si chiude con le già citate cover della band di Peter Steel e di quella di Lennon e McCartney, dove è inutile comparare con i brani originali tanto sono peculiari le entità che le hanno composte; basti dire che permane un senso di genuinità nella riproposizione e nell’affrontare una pubblicazione come questa, un EP come detto divertente e gradevole ma che di certo non cambierà la vita di nessuno (e di certo non erano queste le intenzioni), di sicuro interesse per i fan delle compagini in oggetto e che probabilmente vedrà il suo splendore live (la presentazione live sarà proprio al Metalitalia.Com Festival il 10 settembre!).