8.0
- Band: MONKEY3
- Durata: 00:52:13
- Disponibile dal: 12/04/2019
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Diciott’anni di vita rappresentano la piena maturità in buona parte del mondo occidentale, e possiamo a tutti gli effetti dire che questo traguardo vale anche per i Monkey3. Partiti da una proposta tutto sommato “canonica” e assimilabile al generico ambito dello stoner rock psichedelico, hanno portato negli anni le loro fughe dilatatissime e suadenti a vertici sempre più elevati musicalmente e siderali in termini percettivi. Continuando l’evoluzione dei già ottimi “The 5th Sun” e “Astra Symmetry”, con questo “Sphere” i quattro svizzeri percorrono strade ancora più liquide e magniloquenti, in cui persino lo spazio profondo pare ormai alle spalle. Come sempre, l’approccio agli strumenti e alla de-costruzione dei brani è molto retrò, ma non c’è solo nostalgia degli anni Settanta nei mirabolanti passaggi disegnati dal funambolico Boris alle chitarre; certo, è forte l’influenza dei Pink Floyd, di cui vengono in qualche modo riscritte e decostruite in chiave moderna le strutture di brani classici come “Careful With That Axe, Eugene” (“Spirals”) o “One Of These Days” in “Axis” (ove anche nel suono secco e cupo della batteria si risente Nick Mason…), quest’ultima arricchita anche da movenze orientali. Ma tuttavia non sparisce mai il lato più compiutamente rock della band, così come l’attenzione a un sound moderno e figlio dei nostri tempi. Momenti in cui le distorsioni subiscono deformazioni free jazz vengono subito ribaltati da acide derive che guardano alla California, dal flower power fin quasi alle trine geniali di Dave Navarro. Oltre ai momenti già citati, comunque ben più ricchi delle sole similitudini di masisma citate, abbiamo “Prism”, più oscura con anche chitarre rocciose e praticamente metal, la magniloquente ed epica “Mass”, e giù tutto d’un fiato fino a “Ellipsis”: una summa maestosa, con quasi quindici minuti di durata e di viaggio oltre i confini del cosmo. Un album da divorare e assorbire pazientemente allo stesso tempo, con quel potere che oltre ai Monkey3 ben poche band possono vantare, di conquistarci anche “solo” con le loro straordinarie pennellate strumentali.