7.0
- Band: MONO
- Durata: 60:10
- Disponibile dal: 25/01/2019
- Etichetta: Temporary Residence
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L’oscurità dei basement di Shibuya e i neon della Tokyo di superficie, quella più Bladerunneriana: ecco i due grandi capisaldi delle atmosfere del nuovo “Nowhere, Now Here” del quartetto giapponese. Da sempre paladini del post-rock più canonico – che però hanno effettivamente contribuito a creare – il quartetto di Takaakira “Taka” Goto continua a portare avanti la propria tradizione, seppur presentando per la prima volta una vera e propria canzone ‘cantata’. E’ infatti con la suadente “Breathe” che forse si ha uno dei momenti più interessanti del lavoro: Tamaki sembra una Nico del Blade Runner 2049, e le atmosfere eteree riescono a creare un nuovo sound Mono che risulterà assolutamente intrigante ad ogni tipo di orecchio. L’album, però, scorre nella maniera più canonica e tipicamente Mono, che qui aggiungono al trio anche il nuovo batterista Dahm Majuri Cipolla, la cui performance non esula poi di molto dai canoni ritmici della discografia dei giapponesi. La titletrack è infatti l’esempio cardine di come si possa fare sempre la solita canzone e ogni volta renderla efficace. Poche band possono dire di riuscire a fare questo. E i Mono sono tra queste.
Dieci album in vent’anni non sono certo pochi e il nome Mono è divenuto ormai simbolo di un certo tipo di ‘fare musica’. Album come questi si integrano in una vera e propria tradizione e, seppur contribuiscono ad arricchire il panorama del proprio sound (come con “Breathe” e l’effettistica elettronica di brani come “Sorrow”), hanno il compito di sancire la solidità della band. In questo senso “Nowhere, Now Here” risulta una roccaforte, così come ci si poteva aspettare. L’ora di musica qui contenuta è intensa e sincera, piena di quelle emozioni che i giapponesi hanno saputo ormai fare proprie. L’essenzialità della proposta – pur nella sua ricchezza sonora – è da godersi tutta in un fiato, in cuffia durante una lunga passeggiata solitaria, tra neon e fumi metropolitani. Post-rock, colonna sonora e post-metal si mischiano in tutti i crescendo evocativi della band: ancora una volta siamo di fronte a musica fatta di sentimenti e passione. Ed è quello che ci si aspettava.