MONO – Oath

Pubblicato il 13/06/2024 da
voto
7.0
  • Band: MONO
  • Durata: 01:11:19
  • Disponibile dal: 14/06/2024
  • Etichetta:
  • Pelagic Records

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Dopo così tanti anni di carriera, non possiamo dire nient’altro se non che i Mono c’erano già, ci sono e probabilmente ci saranno ancora per moltissimo tempo. Il nuovo “Oath” infatti è nostalgico negli umori, ma è anche rassicurante come poca altra musica che abbiamo sentito in questi periodi. Lo diciamo chiaramente: è un po’ difficile stare dietro ai Mono in tutti loro slanci artistici, tra collaborazioni, colonne sonore ed EP. Noi eravamo rimasti qualche disco fa e abbiamo potuto, grazie all’uscita di questo nuovo, dodicesimo “Oath” aggiornarci sul percorso della band strumentale giapponese.
Il disco in sè si presenta in fretta ed è evidente come sia cambiato qualcosa rispetto al passato. Non ci vuole moltissimo per riconoscere in questa nuova opera delle linee guida chiare: meno esplosioni post-rock e molto più shoegaze minimale, sorretto da lunghe strutture in crescendo che – a differenza per esempio degli ultimi due “Nowhere Now Here” e “Pilgrimage Of The Soul” – poche volte poi esplodono come detto in passaggi più rock e corali. “Oath” è davvero un disco notturno, riflessivo, tra l’altro decisamente lungo e strutturato su canzoni che spesso ruotano attorno agli otto minuti di durata o più; minutaggi per ascoltatori di sicuro pazienti.
“Oath” parte proprio con la title-track, che inaugura la struttura ricorsiva del crescendo e alla fine abbiamo – come detto – l’esplosione shoegaze che ci aspettavamo, tipica della discografia dei Nostri. L’opener è incorniciata in una intro (“Us, Then”) e un outro (“Then, Us”) difficili da individuare, altro dettaglio che configura questa nuova opera dei Mono come un viaggio continuativo. Di “Run On” colpisce l’arpeggio super minimale di chitarra e le basi elettroniche; di “Reflection” il pianoforte che ne scandisce l’inizio; di “Hourglass” gli archi. Troneggia su tutti come brano forse più completo “Moonlight Drawing”, con forse il crescendo più emotivo e toccante.
Tiriamo le somme: per i fan dei Mono “Oath” è sicuramente un degno capitolo nella discografia dei giapponesi, probabilmente uno dei più introversi dell’ultimo periodo e ci sentiamo di consigliarlo anche se non lo riteniamo uno dei migliori in assoluto, forse per la troppa prolissità, trattandosi di un’opera di circa settanta minuti totali non propriamente fruibile in maniera distratta o casuale (senza dimenticarci mai che stiamo parlando di rock completamente strumentale!).
Per tutti gli altri, se amate proprio questo tipo di atmosfere strumentali, gli Alcest, gli Anathema del secondo corso o semplicemente il post-rock di This Will Destroy You, Sigur Ros o i Radiohead dei dischi più strambi, “Oath” è sicuramente da provare. Destino o coincidenza, è prodotto da Steve Albini, e non ci serve dirvi che il suo essere così triste è una sorta di bellissima coincidenza. Musica per l’anima.

TRACKLIST

  1. Us, Then
  2. Oath
  3. Then, Us
  4. Run On
  5. Reflection
  6. Hear The Wind Sing
  7. Hourglass
  8. Moonlight Drawing
  9. Holy Winter
  10. We All Shine On
  11. Time Goes By
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