MONOLITHE – Epsilon Aurigae

Pubblicato il 03/01/2016 da
voto
7.0
  • Band: MONOLITHE
  • Durata: 00:45:00
  • Disponibile dal: 11/12/2015
  • Etichetta:
  • Debemur Morti
  • Distributore: Masterpiece

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I francesi Monolithe, dunque, ci hanno clamorosamente ripensato. Dopo tutta una carriera votata al ferreo proposito di fondarsi, esprimere i propri concetti lirico-musicali attraverso album composti da un solo, monolitico (appunto) brano e poi terminare le attività, eccoli invece riproporsi a fine 2015 con il nuovo “Epsilon Aurigae”, che, se nelle lyrics ovviamente non è la prosecuzione dell’ultimo “Monolithe IV”, sotto il profilo musical-stilistico ne è invece proprio il successore più degno. Completata la storia narrata nei primi quattro lavori omonimi, la band guidata dal chitarrista/bassista/tastierista Sylvain Bégot continua le attività forte di una nuova sezione ritmica, presentante Olivier Defives al basso e Thibault Faucher alla batteria, e di un lavoro certamente più fruibile rispetto al passato, sebbene ancora molto ostico per i normali ascoltatori di heavy metal: “Epsilon Aurigae” si dipana difatti per quarantacinque minuti spaccati, divisi in tre lunghe tracce da un quarto d’ora ciascuna. Un’altra formula tetragona e piuttosto ‘limitante’, che però evidentemente stimola le capacità compositive di Bégot e dei suoi compari più antichi, Sébastien Latour e Benoit Blin. Apre le danze “Synoecist”, primo monolite di epica potenza ed incedere apocalittico. I Monolithe, sempre cangianti nella loro particolare concezione di doom metal, a tratti spostato verso il funeral ma ancor più spesso dotato di aperture melodiche, ariose e magniloquenti che allontanano i Nostri dai mortiferi lidi più funerei, sono bravi a non stancare praticamente mai, presentando partiture dinamiche, con diversi cambi di tempo e groove, senza fossilizzarsi pericolosamente sulla ripetizione di sensazioni opprimenti; anzi, essendo i loro testi orientati allo spazio ed al cosmo più profondo, è corretto che la loro musica apra le menti del fruitore verso lidi inesplorati di lontano fascino e insidioso mistero. Segue la tutta strumentale “TMA-0”, un altro gran bell’esempio di progressive-doom metal radioso, ipnotico e crescente verso un’apoteosi davvero convincente. La voce di Richard Loudin viene usata dai Monolithe, ancora una volta, come uno strumento vero e proprio, quindi nei momenti in cui realmente serve e dà spessore, non inserita a forza o per forza. Gran parte della roboanza di questo “Epsilon Aurigae” è comunque fornita dall’uso ‘tappetoso’ e sapiente delle keyboards e da continui contrappunti melodici di prima chitarra a sovrapporsi sui grassi e fluidi riff ritmici. Ed è grazie a queste caratteristiche che la stupenda “Everlasting Sentry” chiude bombasticamente un lavoro piacevole e riuscito, che ci fa ben accogliere la scelta dei Monolithe, dettata crediamo da una spensierata incoerenza, di mandare avanti una carriera fin qui anche troppo sottovalutata. Un altro centro per il doom metal targato 2015.

TRACKLIST

  1. Synoecist
  2. TMA-0
  3. Everlasting Sentry
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