MONOLITHE – Okta Khora

Pubblicato il 04/02/2020 da
voto
8.0
  • Band: MONOLITHE
  • Durata: 00:48:00
  • Disponibile dal: 31/01/2020
  • Etichetta:
  • Les Acteurs De L'Ombre Productions

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Quarto disco in poco più di quattro anni per i prolifici doomster francesi Monolithe, ormai in piena carburazione e attività come vera e propria band dall’esaurimento del fantascientifico concept-monstre contenuto nei loro primi quattro album, aventi ciascuno un solo, lunghissimo brano in tracklist – e concepiti da quella che era in pratica quasi una one-man-band. Dal 2015 in avanti, infatti, si sono susseguiti “Epsilon Aurigae”, “Zeta Reticuli” (2016), “Nebula Septem” (2018) ed il qui presente “Okta Khora”, di questo inizio 2020. In realtà tale lavoro è stato sapientemente diffuso in versione digitale nel novembre 2019, dopo che ormai il platter era finito in rete e condiviso più e più volte; l’uscita fisica, invece, è rimasta programmata per fine gennaio 2020, ed è oggi, quindi, che ne andiamo a scrivere con maggior cognizione di causa.
Chi segue il combo parigino già da qualche tempo sa bene che, ad ogni uscita discografica, Sylvain Bégot e compagni si inventano nuove ed ardite strutture compositive, solitamente ispirate dal numero del full-length a cui il gruppo è giunto. Questa volta tocca al numero otto farla da protagonista: il titolo “Okta Khora” (che dà il nome anche alle due parti del rispettivo brano) ed il pezzo “Onset Of The Eighth Cycle” già ci chiariscono le idee in partenza; se poi andiamo a scorrere ed ascoltare la tracklist, noteremo presto la presenza di quattro brani strumentali da quattro minuti esatti e altrettanti quattro brani cantati da otto minuti esatti, la cui disposizione ricorda un andamento a otto, circolare, infinito (4-8-8-4-4-8-8-4), per un totale di quarantotto minuti di durata complessiva (ancora quattro e otto!). E già con tali premesse, il metallaro un po’ più raffinato e nerdone potrebbe andare in brodo di giuggiole. Se poi ci aggiungete che lo sguardo cosmico e sci-fi dei Monolithe a questo giro racconta la storia di una civiltà aliena, di radice religiosa e messianica, intenta a riportare l’universo al suo stadio iniziale annientando tutte le altre specie, avrete una dose notevole di argomenti da valutare ancor prima di dedicarvi alla fruizione del lavoro.
“Okta Khora”, dunque, com’è, musicalmente parlando? Ormai lontani i tempi del funeral doom dilatatissimo e psichedelico, i Monolithe sono progressivamente planati su lande molto più accessibili, mai perdendo però quella severità e marzialità quasi extraterrestre che ha caratterizzato in passato (e spesso caratterizza tuttora) la loro musica. Siamo di fronte ad un doom-gothic metal atmosferico, onirico, anthemico e dall’ampio respiro, che non ha assolutamente paura di sconfinare in territori classic, orchestrali o addirittura fusion, grazie ad inserti inaspettati di sassofoni, archi, flauti e tutta una varietà di arrangiamenti e soluzioni compositive che, lentamente e subdolamente, verranno a galla piano piano, man mano che si procederà negli ascolti. Si sente, forse più forte in “Okta Khora” che in altri lavori passati, il tentativo, riuscito, di rendere in modo visivo e cinematografico la storia narrata, facendo risuonare la musica in modo organico e continuativo, permettendo alle grandiose immagini di distruzione, guerra, epos e disperazione di plasmarsi nelle nostre menti, regalandoci aperture e soundscape veramente profondi e ‘galattici’. Un piacere per le orecchie, ma anche per chi ha occhi e cervello in grado di vagare lontano durante la fruizione di un doom metal ‘in cinemascope’.
Sono due i vocalist che si alternano nell’esecuzione della metà cantata della tracklist di “Okta Khora”: Sebastién Pierre, che ufficialmente non è in lineup, lo si può sentire ruggire il suo growl nelle canzoni più canoniche, ovvero “Onset Of The Eighth Cycle” e “The Great Debacle”; mentre il cantante titolare, anche chitarrista, Rémi Brochard si occupa di “Dissonant Occurrence” e “Disrupted Firmament”, le due composizioni più fuori dagli standard soliti dei Monolithe, nelle quali voci pulite, giri melodici, assoli ripetuti, roboanti affreschi di tastiere e strutture più dinamiche dimostrano ancora una volta quanto il gruppo sia ogni volta in grado di stupire l’ascoltatore con elementi evolutivi nuovi, senza mai, per questo, distorcere o deformare il messaggio ben chiaro – grandeur doom metal e mentalità progressive rock – trasmesso fin dall’alba dei loro tempi.
Per noi, quindi, un altro centro per il sestetto francese, che non può ormai più essere messo da parte tra i capisaldi del doom metal degli anni Dieci del Duemila. Qual voto non dare, infine, se non un rotondissimo otto?

 

TRACKLIST

  1. Okta Khora (Part 1)
  2. Onset Of The Eighth Cycle
  3. Dissonant Occurrence
  4. Ignite The Heavens (Part 1)
  5. Ignite The Heavens (Part 2)
  6. The Great Debacle
  7. Disrupted Firmament
  8. Okta Khora (Part 2)
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