MONSTER MAGNET – A Better Dystopia

Pubblicato il 26/05/2021 da
voto
8.0
  • Band: MONSTER MAGNET
  • Durata: 00:45:30
  • Disponibile dal: 21/05/2021
  • Etichetta:
  • Napalm Records
  • Distributore: Audioglobe

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Dave Wyndorf deve essersi preso bene a dare una rispolveratina ai suoi vecchi vinili durante questo lockdown. “E perché no?” – si sarà detto – “Facciamo un bel disco di cover”. Ed ecco qui, in breve, le premesse di “A Better Dystopia”:  una selezione deliziosamente psicotica di canzoni psichedeliche e proto-metal degli anni Sessanta e Settanta, rivisitata dai paladini delle droghe dell’infinito. Qui in veste di professori universitari ad honorem in una lezione su cosa il rock ‘n roll desertico, fumoso e allucinato ha dato – e può dare – ai fedeli discepoli del Verbo distorto.
L’album si apre con “The Diamond Mine”, in cui Dave Wyndorf recita un monologo classico di Dave Diamond, un DJ radiofonico americano i cui programmi alla fine degli anni ’60 e all’inizio degli anni ’70 hanno contribuito a rendere popolare molte band rock psichedeliche e acid, ma è con “Born To Go” degli Hawkwind che si comincia per davvero. Non è che si potesse iniziare con una cover di un’altra band e infatti le cose sono subito messe in chiaro: tirata e ancora più sabbathiana (un Wyndorf mai così Ozzy prima d’ora…), l’opener effettiva convince subito e ci butta in un marasma di fuzzoni e flanger che non lascia molto spazio ad altre interpretazioni. Visioni e vortici colorati arrivano nella loro densità planetaria con delle chicche come “Mr. Destroyer” dei PooBah, dove ci si immagina di combattere al fianco di dinosauri in pianeti devastati dal fuoco delle meteore, e con uno dei brani più fedeli all’originale, “Be Forewarned” dei Pentagram. Marchio di successo assicurato, dunque. Non esiste un vero e proprio momento più alto o particolarmente ri-magnetizzato del tutto, come se l’amalgama in sé e la scelta specifica della tracklist fossero già di per sé la matrice per dare sostegno e per dire “ok, sì, questo è un disco dei Monster Magnet”. Ovviamente il sentire come suona “Situation” dei Josephus e la cover che qui ne viene fatta è certamente un mondo nuovo, ma non crediamo che sia lì il punto per ammirare questa sortita spazio-temporale.
Il suono di “A Better Dystopia” è quello vintage e vecchia scuola, denso e pesante, riverberato e psichedelico come un guru o santone hippie che resta ghiacciato per decadi e si sveglia dopo un cinquantennio insieme a tutta la sua strumentazione. Certamente meno visionario e sperimentale di quelle peregrinazioni ipnotiche che hanno reso gigante “Dopes To Infinity”, l’appeal di questo nuovo lavoro è certamente più di cuore che di mente. Wyndorf è riverberato come l’infinito loop su cui si regge lo spazio tempo e ancora una volta riesce a strappare applausi. La band fa assolutamente la sua parte, solidamente ancorata al saper cosa piace ai rocker psichedelici di oggi e di ieri: praticamente le stesse cose.
Old-school fino al midollo, è innegabile come questa colata di canzoni non rappresenti la Storia della psichedelia distorta. Fare i paragoni con le versioni originali non è che un passatempo per aficionados, ma il punto fondante di questa uscita discografica è che davvero rappresenta un nuovo tassello di una band fondamentale per la storia del rock psichdelico: rispolverando i Cavemen, i Jerusalem, i Pretty Things, i Dust, i Morgen e ovviamente gli Stooges e i Sabbath, pur non dichiarandoli. Non si cerca di andare oltre tutto questo. Ed è per questo che il disco colpisce nel segno e arriva perfettamente là dove vuole arrivare, trascendendo se stesso e impostandosi come viaggio in compagnia di amici immortali di cui si raccontano le vecchie gesta.
L’album si chiude (ci piace pensare non a caso) con una cover nucleare di “Welcome To The Void” dei Morgen, che invita a ricominciare la corsa ancora e ancora, in una giostra che fa tornare indietro nel tempo, mentre – purtroppo o per fortuna – ci si ritrova ad accarezzare una pancetta cresciuta nel corso degli anni. Birre e allucinogeni, insieme al Tempo, hanno fatto la loro parte. I Monster Magnet sono l’esemplificazione di questa metafora e “A Better Dystopia” è portavoce immemore di un sound e di un mood che durerà ancora per molto, essendo la materia di cui sono fatti i sogni del rock n’ roll.

“hai bisogno di un amante / ho bisogno di un viaggio / abbiamo bisogno l’uno dell’altro / prima di scivolare” (“Where The Wolf Sits”, Jerusalem)

TRACKLIST

  1. The Diamond Mine
  2. Born to Go
  3. Epitaph for a Head
  4. Solid Gold Hell
  5. Be Forewarned
  6. Mr. Destroyer
  7. When the Wolf Sits
  8. Death
  9. Situation
  10. It’s Trash
  11. Motorcycle (Straight to Hell)
  12. Learning to Die
  13. Welcome to the Void
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