7.0
- Band: MONUMENTS
- Durata: 00:41:10
- Disponibile dal: 05/10/2018
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Sony
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Tu chiamalo, se vuoi, melo-djent. Tra i pionieri del genere (insieme ai vari Periphery, Tesseract e Animal As Leaders), i Monuments si sono sempre conraddistinti per un approccio più melodico alla materia, frutto dell’unione tra ritmiche cervellotiche e ritornelli ariosi, ad opera dell’ex-Periphey Chris Barretto, padrone del ruolo dal 2013 dopo una girandola di avvicendamenti dietro al microfono negli anni precedenti. Rispetto al precedente “The Amanuensis”, rilasciato anch’esso sotto l’egida delle Century Media nel 2014, questo nuovo “Phronesis” si pone come un lavoro più diretto, sia dal punto di vista concettuale che di minutaggio, alzando il potenziale commerciale grazie ad autentiche bombe ad orologeria (caricate di tritolo melodico e nitroglicerina poliritmica) come “A.W.O.L.”, “Vanta” e “Mirror Image”. Il rischio, a dispetto della derivazione progressive, è quello di restare intrappolati nel clichè del riffing ‘chugga chugga’ tipico del genere (quello per cui Mårten Hagström si è scusato per aver dato le origini alla moda), ma per fortuna non mancano variazioni sul tema come le influenze nu-metal di “Leviathan” (in odore di primissimi Linkin Park) o gli inserti orchestrali di “Celeste”. Nel complesso, visto il sempre maggior spazio affidato all’ugola d’oro di Barreto, “Phronesis” risulta essere un disco più paraculo che coraggioso rispetto al suo predecessore, ma pronto a consacrare i Monuments come potenziale fenomeno di massa della moderna scena djent.