7.5
- Band: MOONLIGHT SORCERY
- Durata: 00:44:12
- Disponibile dal: 29/09/2023
- Etichetta:
- Avantgarde Music
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Sin dal primo EP “Piercing Through the Frozen Eternity” si era creato un certo interesse per i finlandesi Moonlight Sorcery, band di Tampere attiva dal 2018 e dedita ad un interessante mix di black metal sinfonico ed elementi neoclassici. Sebbene il riferimento ai primi Children Of Bodom potrebbe essere scontato, i punti in comune con la band di Lahio, per quanto molteplici, ne rappresentano solo un lato del suono, le cui fondamenta musicali, tematiche e di immagine rimangono ben piantate nel black metal.
Quello che ne esce fuori è un suono intenso, fatto di ritmiche che si assestano quasi sempre su velocità elevate, maestose ed epiche melodie che portano alla mente gli Emperor e che trascinano l’ascoltatore in un mondo fatto di panorami desolati e ghiacciati.
Il lavoro delle chitarre, che molto deve allo stile neoclassico di chitarristi come Yngwie Malmsteen, è ciò su cui si erge l’intero “Horned Lord Of The Thorned Castle”, in cui la violenza del black-death metal melodico, unita all’abilità dei Moonlight Sorcery nel bilanciare questi due elementi e ad una produzione azzeccatissima (mixaggio affidato a Dan Swäno) giocano un ruolo fondamentale.
In questo senso, la traccia di apertura, “To Withold The Day”, offre un’esperienza epica e densa nella sua intensità, che impreziosisce il gusto melodico delle tastiere con un grande lavoro di chitarra solista. Sotto l’aspetto compositivo, poi, tutto fila in maniera fluida, nonostante la grande eterogeneità di canzoni come “The Secret Of Streaming Blood”, dove si viene sballottati continuamente tra momenti quasi power metal alla Stratovarius e rasoiate nere.
“Vihan verhon takaa”, nei suoi tre minuti scarsi, riprende la lezione di un disco come “Something Wild” nella sua furiosa epicità, concentrando in maniera efficacissima i due lati della band. Lati che quasi volutamente si scindono nelle due tracce successive: la strumentale “The Moonlit Dance Of The Twisted Jester’s Blood-soaked Rituals” è un ottimo esercizio di solistica barocca e neoclassica, mentre “Fire Burns The Horizon” è probabilmente il momento più puramente black metal del disco, coi suoi riff gelidi e i suoi synth imponenti.
La volontà di spiazzare è comunque sempre dietro l’angolo, anche quando ci si illude di trovarsi su lidi quasi depressive come in “Into The Silvery Shadows Of Night”, la cui seconda metà è di fatto un continuo assolo di chitarra. Spetta infine agli otto minuti di “Suden Tie” chiudere “Horned Lord Of The Thorned Castle” attraverso una camaleontica cavalcata gelida e imponente, una sorta di riassunto di tutto quello che abbiamo sentito finora.
Laddove la tendenza attuale in un genere come il black metal sia quella di muoversi verso lidi sempre più soffocanti e claustrofobici, la proposta di un gruppo come i Moonlight Sorcery, per quanto spiazzante per chi è abituato a determinati standard, rappresenta una effettiva ventata di aria fresca. L’unico potenziale rischio nello stare in mezzo a due mondi (quello power metal e quello estremo) non sempre facilmente conciliabili è quello di scontentare entrambe le parti. Per ora questa possibilità pare tuttavia non sussistere, anche e soprattutto per la bravura dei tre finlandesi.