7.0
- Band: MOONSPELL
- Durata: 00:57:24
- Disponibile dal: 07/08/2020
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
In attesa del successore di “1755”, annunciato come un ritorno alle sonorità più dirette di “Extinct”, i Moonspell procedono con la ristampa del proprio catalogo, destinata a coprire nelle intenzioni della band la quota parte della discografia originariamente uscita sotto Century Media, ormai da tempo fuori catalogo. Dopo il controverso “Sin/Pecado”, la cui riedizione per la verità è passata un po’ in sordina, tocca ora dunque all’altrettanto discusso “The Butterfly Effect”, per l’occasione presentato con una nuova veste grafica e l’aggiunta di un paio di tracce remixate. Parlando del disco in sé, è interessante come a più di vent’anni di distanza faccia ancora discutere, segno di una svolta elettronica all’epoca abbastanza comune (dai Paradise Lost ai Tiamat, passando per i Dark Tranquillity) ma poco digerita dai fan, al punto da costringere la band lusitana a tornare poi sui propri passi con il più scialbo “Darkness And Hope”. In attesa di vedere quale sarà la reazione delle nuove generazioni ai vecchi pezzi che troveranno di nuovo posto in sede live (ovviamente appena sarà possibile), possiamo dire che i brani più aggressivi come “Soulsick” e “Lustmord” non sfigurano tuttora nell’ambito della pur vasta discografia de lupi portoghesi. Discorso diverso per i numerosi estratti di matrice più industrial (“Butterfly FX”, “Self Abuse”, “I Am The Eternal Spectator”, “Angelizer”) il cui mood rammsteniano/mansoniano resta un unicum di difficile assimilazione, anche se non privo di fascino. Fascino che abbonda anche quando i Nostri si travestono da Depeche Mode dark/gothic (“Can’t Bee”, “Disappear Here”, “Adaptables”), confermando l’oscura sensualità di Fernando Ribeiro anche in queste insolite vesti. Menzione a parte per la conclusiva “K (O Mal de Cristo)”, lunga traccia ambient/noise composta interamente dallo stesso frontman come disanima sul fanatismo religioso (includendo anche spezzoni di una radio cristiana locale), interessante a livello concettuale ma decisamente trascurabile dal punto di vista sonoro. Coerentemente con il titolo, “The Buttefly Effect” passa dal battito d’ali di una farfalla alla proverbiale tempesta, portando a termine la fase sperimentale in maniera ben più convincente rispetto al suo predecessore: non sarà certo l’apice compositivo della band portoghese, ma questa ristampa potrebbe essere l’occasione perfetta per una (ri)scoperta di quello che è probabilmente il disco più sottovalutato nella ricca discografia dei lupi lusitani.
Nb. Il voto in calce si riferisce alla qualità della ristampa.