7.5
- Band: MOONSPELL
- Durata: 01:18: 44
- Disponibile dal: 27/04/2012
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Il ritorno dei Moonspell sul mercato discografico avviene con una scelta coraggiosa e rischiosa, ovverosia la scissione quasi completa delle due classiche anime della band in due prodotti distinti, sebbene messi in vendita insieme nella deluxe edition, della quale ci occuperemo nella recensione. Abbiamo infatti deciso di trattare entrambi gli album, considerandoli un tutt’uno piuttosto che trascurare l’importantissimo bonus disc. Il nuovo album si intitola “Alpha Noir” ed esplora i territori più heavy toccati dal combo portoghese; come bonus CD troviamo invece “Omega White” – in antitesi già dal titolo – e che ci mostra i Moonspell in versione più delicata e minimal. I brani in totale sono diciassette, per quasi un’ora e venti minuti di musica. Con una tale mole di materiale è inevitabile che qualche episodio minore ci sia; comunque, nel complesso, possiamo dire che l’operazione sia riuscita decisamente bene. L’unico motivo per il quale “Alpha Noir/Omega White” può sembrare inferiore al suo precedessore “Night Eternal” è la mancanza di una vera e propria hit che si erga al di sopra di tutto, ma Fernando Ribeiro e compagnia sono stati comunque bravi a tenere piuttosto alta l’asticella del songwriting, in modo da non scendere mai sotto determinati standard qualitativi. Partendo dall’album vero e proprio, “Alpha Noir”, come prevedibile, risulta un concentrato di gothic metal miscelato ad un black a tratti finanche sinfonico e – sorpresa! – ad un groove quasi danzereccio che richiama a gran voce i Pain di Peter Tägtgren, opportunamente metallizzati. In effetti, davanti ad un brano come “Versus” si rimane interdetti dal groove esagerato e da alcune tentazioni sculettanti delle quali il brano è infarcito. Il resto della track list però garantisce sicurezze e solidità, a partire dall’iniziale “Axis Mundi”, molto dura e spigolosa, salvo un break centrale da applausi guidato dalle tastiere di Pedro Paixao, fino a giungere alla conclusiva e strumentale “Sine Missione”, dal pathos strabordante. In mezzo, la già nota “Lickantrophe”, la fascinosa “En Nome Do Medo”, i rimandi ai grandi classici moonspelliani della title track e di “Opera Carne”, la snella “Love Is Blasphemy” – che a tratti ricorda i Death SS di “Panic” – e “Grandstand”, con i suoi rimandi al black più elaborato e sinfonico. Passando a “Omega White”, i ritmi calano, le luci si abbassano e le tonalità diventano calde ed avvolgenti, baciate dalla carnalità dark wave, a metà strada tra i Type O’ Negative più inquietanti e qualche partitura non dissimile dal capolavoro “Sin/Pecado”. Ribeiro – pur essendo in possesso di una timbrica notevole anche quando il suo cantato si fa sporco e cattivo – da il meglio di sé in questi frangenti; le sue tonalità basse ed avvolgenti rapiscono e – insieme alle chitarre a cavallo tra acustico ed elettrico di Paixao e di Morning Blade (Ricardo Amorim) – contribuiscono a rendere le atmosfere crepuscolari e romantiche. Emblematiche a questo proposito “White Omega”, “New Tears Eve” e l’eccezionale “A Greater Darkness”. In “Fireseason” e “Incantatrix” invece si fa ampio uso di tonalità solari e non lontane da certi Anathema, mostrandoci così un lato dei Moonspell quasi inedito, fatto di intimità e delicatezza. “White Skies” e “Sacrificial”, di contro, possono essere considerati un ideale punto di incontro tra la dark wave ed il gothic metal propriamente inteso, mentre “Herodisiac” rimanda ai Paradise Lost più sintetici, miscelandoli con partiture care ai Kreator del sensazionale “Endorama”. La produzione è molto buona in entrambi i frangenti, mentre l’artwork di Spiros Antoniou (il Seth dei Septicflesh, per chi vive sulla luna) è fascinoso ma fin troppo simile alle sue ultime produzioni. Che dire? Probabilmente se i Moonspell avessero optato per una formula più tradizionale il lavoro sarebbe uscito ancora più convincente e riuscito, ma anche così ci troviamo davanti ad un’opera molto buona, ambiziosa e sicuramente da supportare. Bravi, una volta di più.
PS: per coloro i quali sono intenzionati ad acquistare solamente l’edizione contenente “Alpha Noir”, il voto del lavoro in questione é 7.