MOONSPELL – Extinct

Pubblicato il 04/03/2015 da
voto
7.5
  • Band: MOONSPELL
  • Durata: 00:45:38
  • Disponibile dal: 06/03/2015
  • Etichetta:
  • Napalm Records
  • Distributore: Audioglobe

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Il nuovo album dei Moonspell farà discutere. Questo è sicuro. Non basta che la band abbia già dato modo in passato di farsi apprezzare per la vena melodica soft e l’afflato romantico di una parte del suo materiale. No, ci sarà sempre chi rimpiangerà gli esordi, i bei tempi andati, come se lo stesso “Alpha Noir”, l’immediato predecessore, non contenesse comunque episodi violentissimi e Ribeiro e soci si fossero svenduti a chissà quali esigenze di mercato. Come se avessero da difendere una purezza estetica che non è mai stata nelle loro corde, questi lusitani, abili e lungimiranti sperimentatori, intraprendenti innovatori del metal estremo tra i più importanti e pervasivi dell’intera scena estrema. E allora, ascoltando il qui presente “Extinct” senza pregiudizi o aspettative insensate, ci ritroviamo di fronte all’ennesimo disco di valore, un altro gioiello in una carriera quanto mai variegata, coraggiosa, iconoclasta per alcuni punti di vista. Le sperimentazioni moderniste di “The Butterfly Effect”, le pesanti influenze depechemodiane di “Sin/Pecado”, la delicatezza della seconda parte dello stesso “Alpha Noir”, “Omega White”, e il senso dell’hit presente fin dal secondo album – chi non ha mai canticchiato “Opium” in vita sua?! – ci dicono che i Moonspell non hanno mai avuto paura di suonare “commerciali”, radiofonici perfino. Come già le numerose anteprime di “Extinct” facevano presagire, il decimo studio-album dei portoghesi (non si contabilizza “Under Satanae”) è un’opera levigata e diretta, dove i trademark del gruppo ci sono tutti, ma bisogna fare i conti con una semplicità d’espressione che a molti, anche comprensibilmente, potrebbe non andare a genio. Attutita la rabbia e inondate le singole tracce di pulsazioni alla Sisters Of Mercy, i Nostri ci regalano dieci tracce che, in ultima analisi, possono essere identificate come un “One Second” di provenienza mediterranea. Come accadde a suo tempo per i Paradise Lost – anno di grazia 1997 – qui ritroviamo un combo intento ad esplorare il lato più rock della propria seminale proposta. La differenza più importante rispetto alla band inglese è che certi presupposti i Moonspell li hanno sempre avuti in seno, già da “Irreligious”, e li hanno sempre fatti emergere nelle passate release, soltanto che questa volta hanno preso pienamente il sopravvento. Ciò che conta, infine, è il risultato, e dopo innumerevoli ascolti abbiamo maturato l’idea che “Extinct” sia un ottimo album, magari non impeccabile dalla prima all’ultima nota, ma degno di far parte di una discografia tanto prestigiosa come quella dei musicisti di Lisbona. Quella fastidiosa sensazione di eccessiva compostezza, reclusione dell’anima estrema dietro una facciata da gothic band perbene, scompare poco alla volta di fronte a una costruzione dei pezzi meticolosa e che rende giustizia tanto alla vocalità romantica e seducente del leader, quanto ad arrangiamenti di tastiera superbi ed elegantissimi. Le parti di chitarra e la sezione ritmica, senza cercare il colpo ad effetto, sono funzionali a far deflagrare le fragranze atmosferiche di cui ogni traccia è dotata, a partire proprio dal picco dell’intero lavoro, posto proprio in apertura. “Breathe (Until We Are No More)” è la composizione più cattiva in assoluto, con alcune rasoiate telluriche e un uso abbondante del growl, alternato alle irresistibili linee basse e tenebrose di Ribeiro. Stupendi gli intarsi di tastiera, aristocratici e svolazzanti, un tripudio di sensualità dal sapore cinematografico, sboccianti in contrapposizione alle vigorose ritmiche chitarristiche e al fastoso refrain. Da applausi anche la deliziosa, sviolinante, coda strumentale. La title-track e “Medusalem” non sono poi di molto inferiori. Si caricano di groove, entrando pienamente nel mood gotico “da classifica”; i due brani colpiscono tanto nei bassi istinti, facendo muovere testa e piede a tempo, quanto a livello intellettuale, grazie a giri melodici preziosi e impossibili da levarsi dalla testa. Bridge e chorus sono azzeccatissimi in entrambi i casi e il livello del coinvolgimento non va a decrescere neanche dopo numerosi ascolti. Dopo un inizio tanto esaltante, non si prosegue sempre alla stessa altezza, soprattutto perché i Moonspell ammorbidiscono di molto l’impatto, lasciandosi scivolare in andamenti dark piuttosto controllati. Le scosse ritmiche del trittico in apertura appaiono a macchia di leopardo nel resto della tracklist, dove si preferisce lasciare il comando delle operazioni all’estro di Ribeiro e ai variegati tappeti tastieristici. Se “Domina” e la breve chiosa quasi interamente pianistica di “La Baphomette” si ascoltano volentieri ma non ci lasciano la tentazione irresistibile di riassaporarle, gli altri cinque estratti hanno molto da offrire, anche se qualche frustata al livello dell’opener non avrebbe guastato. Il singolo “The Last Of Us”, “Funeral Bloom”, “The Future Is Dark”, “A Dying Breed” sono accomunate da una costruzione certosina e intrecci chitarra-tastiere di prim’ordine, a discapito della complessità e di partiture realmente travolgenti. L’obiettivo, raggiunto, è quello di preparare il terreno a ritornelli intriganti, molto suadenti, dove l’alternanza rabbia-dolcezza, per quanto prevedibile, fa sfracelli. L’highlight della seconda metà arriva con “Malignia”, canzone che si presta all’introspezione come nessun’altra, facendo leva su tastiere della consistenza delle piume e di una vocalità divisa in maniera netta fra carezze amorevoli e artigliate in punti vitali. Chi non riuscirà ad accettare questo processo di ingentilimento, comunque reversibile – e i Moonspell di sterzate stilistiche in carriera ne hanno date parecchie – dovrà aspettare l’imminente tour per godersi appieno la maestria del gruppo. Per tutti gli altri, “Extinct” sarà un disco da vivere intensamente e che per un bel po’ di tempo stazionerà nello stereo di casa o nel lettore mp3.

TRACKLIST

  1. Breathe (Until We Are No More)
  2. Extinct
  3. Medusalem
  4. Domina
  5. The Last of Us
  6. Malignia
  7. Funeral Bloom
  8. A Dying Breed
  9. The Future Is Dark
  10. La Baphomette
14 commenti
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