6.0
- Band: MOONSPELL
- Durata: 00:59:30
- Disponibile dal: 24/04/2006
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
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Dopo il flop, meramente economico visto che si trattava di un album più che interessante, di “The Butterfly Effect” i Moonspell hanno passato gli ultimi anni a tentare di aggiustare il tiro, trasformandosi da veri codificatori del gothic metal con album straordinari come “Irreligious” a stanchi ricalcatori delle proprie orme con tentativi incerti come “Darkness And Hope” e “The Antidote”. A dieci anni da “Irreligious” la band di Fernando Ribeiro sembra aver compiuto un ulteriore scatto in direzione delle proprie radici musicali, ripescando ritmiche black metal che sembravano essere state dimenticate dai tempi del progetto Daemonarch e reincorporando nel proprio suono un uso massiccio di growl a scapito delle caratteristiche clean vocals quasi Eldritchiane (nel senso del cantante dei Sisters Of Mercy, ovviamente…) caratteristiche di Ribeiro. Così “Finisterra”, opening track e primo singolo, è un attacco black-gothic di inaspettata violenza che, però, tende a lasciare interdetti più che annichiliti a causa di una scrittura poco incisiva; il resto, tra sporadiche accelerazioni e momenti di tensione drammatica, spesso tutta presunta, suona molto Moonspelliano ma poco interessante, poco coinvolgente. Mancano i ritornelli di “Irreligious”, manca il pathos di “Sin/Decado”, mancano, volendo guardare ancora più indietro, le impennate epico-mistiche di “Wolfheart”. Manca, insomma, tutto ciò che, al di là della perizia strumentale e dell’indiscutibile personalità, ha contribuito a creare l’incantesimo dei Moonspell. E non basta “Blood Tells!”, una “Alma Mater” meno selvatica, a risollevare la parabola della band portoghese.