7.5
- Band: MOONSPELL
- Durata: 00:44:14
- Disponibile dal: 19/05/2008
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
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Ora ne abbiamo davvero la conferma: i Moonspell stanno attraversando davvero una sorta di seconda giovinezza che li porta a comporre musica di qualità ed estremamente emozionale. Per carità, i tempi di “Wolfheart” sono definitivamente tramontati ma i portoghesi, comunque sia, complice anche il buon successo di “Under Satanae”, per la prima volta tornano a pescare piuttosto indietro nel tempo, al periodo pre “Irreligious”. Ma andiamo per gradi. Se “Darkness And Hope” era già un tentativo di recupero, è con “The Antidote” e “Memorial” che i nostri trovano una discreta quadratura del cerchio e riescono a mixare la violenza del black con le strutture gothic metal. Oggi, con questo nuovo “Night Eternal”, i Moonspell riescono anche a recuperare parzialmente quel pathos e quella sorta di epicità latente che era presente nei loro primi lavori. L’attacco è di quelli forti: dopo una sorta di intro cinematografica parte “At Tragic Heights” e si capisce subito che la magia sprigionata dai lusitani non è andata perduta. Il growling di Fernando Ribeiro è meraviglioso ed espressivo, mentre le chitarre e le tastiere di pedro Peixao e Ricardo Amorin si rincorrono e costruiscono degli arabeschi incantevoli. La title track gode di una struttura più semplice e diretta ed anche il guitar riffing è prevalentemente blackeggiante. “Shadow Sun” è la via di mezzo, l’anello finora mancante, il gothic che incontra il black, il growl che si scontra con le clean vocals profonde e suadenti. Assolutamente da brividi la successiva “Scorpion Flower”, dalla struttura alla “Alma Mater” spurgata però da ogni riferimento black (la traccia di “Wolfheart” però resta su un altro pianeta, meglio intendersi subito) e graziata dalla voce sublime di Anneke van Giesbergen che forma un duetto con Fernando da manuale della musica gotica. E’ su brani come questi, emozionanti fino ai brividi sulla schiena, che si basa la rinascita dei Moonspell. Purtroppo però non tutte le tracce di “Night Eternal” sono all’altezza della situazione: ad esempio la doppietta successiva “Moon In Mercury” e “Hers In The Twilight” sfigura rispetto a quanto sentito fin’ora. La prima è una goth black song piuttosto veloce ma abbastanza anonima; la seconda si amalgama piuttosto male con il resto del lavoro a causa di un guitar work fin troppo solare ed allegro. Si rimedia subito con “Dreamless (Lucifer And Lilith)”, dove i tempi rallentano ancora ed il pathos sale in maniera esponenziale e dove, unico episodio dell’album, si sentono brevemente le eleganti sonorità tastieristiche che contraddistinguevano “Sin/Pecado”. L’album si conclude con il filler “Spring Of Rage” e con “First Light”, altra piccola perla gotica con un ottimo lavoro chitarristico e delle orchestrazioni che mischiano “Irreligious” con “Sanctus Diavolos” dei Rotting Christ. Detto della buona produzione e dell’elegante artwork non possiamo che plaudire alla rinascita dei Moonspell e rammaricarci per la presenza di tre o quattro brani decisamente sottotono che, giocoforza, inficiano la votazione finale.