8.0
- Band: MORBIFIC
- Durata: 00:37:43
- Disponibile dal: 24/10/2022
- Etichetta:
- Me Saco Un Ojo Records
- Memento Mori
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Sta già diventando difficile stare dietro alla frenetica discografia dei Morbific, sulle scene soltanto da un paio d’anni, ma già autori di un paio di demo, un debut album e di uno split con gli Anatomia. Per rincarare la dose, ecco qui anche questo “Squirm Beyond the Mortal Realm”, secondo full-length che viene pubblicato da una coalizione di etichette di tutto rispetto in ambito underground: Me Saco Un Ojo, Memento Mori e Headsplit Records, le quali si sono accuratamente divise formati e territori per questa nuova fatica dei finlandesi. Davanti a tanta produttività, c’è da dire che, per fortuna, almeno sul fronte stilistico, i giovani ragazzi nordici sono tutto fuorché una band volubile o difficilmente classificabile entro schemi o categorie convenzionali: il trio resta infatti fedele a un rancido death metal venato di primordiale death-grind, continuando a farsi segnalare tra le più promettenti nuove leve del movimento. Attenzione, comunque, a parlare di immobilismo sonoro, visto che, ad ascolti attenti, è facile rendersi conto di come la formazione finnica stia gradualmente rielaborando la propria proposta, aggiungendo nuove soluzioni e ulteriori dettagli al consueto magma catastrofico.
Se da un lato la musica dei Morbific mantiene quelle che dovrebbero sempre essere prerogative di certo death metal vecchio stampo – pesantezza, impatto, poche smancerie – su “Squirm Beyond the Mortal Realm” si possono anche rilevare alcune derive più atmosferiche e, talvolta, la ricerca di uno sviluppo più subdolo, con avvitamenti che conducono a pause e ripartenze non sempre prevedibili.
Certamente, anche qui i ragazzi denotano un talento particolare nel modulare la furia sonora con riff che si prestano a essere subito memorizzati – vedi episodi immediatamente contagiosi come “Bind, Torture, Snuff” o “Baptized in the Fluids of Decay” – ma nella tracklist questa volta troviamo anche composizioni più strutturate come “Suicide Sanctum” o “Malignant Germination”, dove lo ‘stream of consciousness’ del gruppo aggroviglia e non lascia più, facendoci scivolare verso soluzioni dalle radici più torbide, dove le varie influenze sanno perdersi, confondersi e mescolarsi. In generale, “Squirm…” è dunque un disco che cresce con gli ascolti, tanto che si può parlare di ‘progressione’ per questa nuova sortita dei finlandesi: anche un pezzo inizialmente diretto e istintivo come “Pathogenic Injection” finisce infatti per sfumare in una interessante coda melodica che mai era stata azzardata sul debut album.
Non inventano la ruota, i Morbific, e a tratti la loro resa sonora ampiamente lo-fi rischia quasi di apparire caricaturale, ma davanti al tiro delle loro composizioni, così fieramente ignorante e al tempo stesso curiosamente orecchiabile – molto più, ad esempio, di quello di altre realtà affini come Cerebral Rot o Fetid – ancora una volta è assai difficile resistere.