7.5
- Band: MORD'A'STIGMATA
- Durata: 00:44:54
- Disponibile dal: 04/05/2019
- Etichetta:
- Pagan Records
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Ci vuole poco alla band polacca per segnare un ritorno di alto livello, che conferma quanto di buono sentito nei loro precedenti lavori. I Mord’a’Stigmata, pur paladini del moderno underground black metal, restano come sempre felicemente sospesi in un limbo che trascende i confini del genere, con una proposta che filtra con l’avantgarde, l’ambient e l’elettronica per dipingere paesaggi oscuri e dilatati. I luoghi tranquilli di cui sognano (per citare il titolo) e in cui vogliono immergerci vengono evocati parimenti nei momenti più delicati ed eterei, di cui è manifesto l’avvio di “Between Walls Of Glass”, e nelle cavalcate a base di riff furenti, che segnano parzialmente brani come “Exiles” o “Void Within”; parzialmente, perché come detto non è nelle corde di questa band imbrigliarsi entro la costruzione di brani omogenei o prevedibili, e così ogni traccia mostra anime differenti ben amalgamate. Se tutte queste erano già loro cifre stilistiche note, non mancano novità evidenti; aumentano innanzitutto i riverberi e la pulizia vocale, si notano maggiormente i tappeti di tastiere, delicati e avvolgenti, così come la comparsa di echi industriali; in primis su “Spirit Into Cristal”, che mostra anche un certo gusto dark nel cantato, oppure nella cadenza alle soglie dell’EBM di una lunga sezione di “Into Soil”. E infine in forma più dilatata e percussiva nella conclusiva “Dreams Of Quiet Place”, che chiude il lavoro su tinte quasi da orrorifica soundtrack. Certo, anche “Dreams Of Quiet Places” non è black metal per oltranzisti, eppure la ricerca quasi progressive che lo percorre non cede mai al virtuosismo fine a se stesso. Anni addietro, in un’intervista, i membri della band dichiararono di esser stati folgorati e spinti a suonare dall’ascolto di “Grand Declaration Of War” dei Mayhem; ci sentiamo di aggiungere come in questo lavoro si noti anche l’impronta del quasi coevo “IX Equilibrium”: due grandi e controversi lavori, che hanno spaccato il pubblico di altrettante band fondamentali e mostrato insieme i limiti e le potenzialità del genere; ma che quando vengono rielaborati sapientemente riescono ad aprire una possibile finestra sul futuro del Black Metal.