MORK – Dypet

Pubblicato il 21/03/2023 da
voto
7.0
  • Band: MORK
  • Durata: 00:47:51
  • Disponibile dal: 24/03/2023
  • Etichetta:
  • Peaceville

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L’evocativa copertina di David Thiérrée dice già tutto quello che ci interessa sapere: i Mork sono tornati, e con loro le atmosfere brumose e ipnotiche che li hanno sempre contraddistinti.
A questo giro, pur non conformandosi “Dypet” come un vero e proprio concept album, le coste norvegesi diventano protagoniste di una trama costante e serpeggiante, aggettivo non scelto a caso visto che, in un’originale trasposizione dei miti di Chtulhu, ricorre il tema del culto di Draugen, mostro marino della mitologia norrena.
Non ci vuole molto a Eriksen per portarci in questo mondo fatto di orrori primordiali e forze soverchianti, e il canonico sound dei Mork si conferma in ogni sua componente un perfetto tappeto narrativo; come sempre c’è la netta prevalenza di midtempo e impeccabili riff circolari con occasionali lampi di ferocia o squillanti momenti di illusoria salvezza. E la voce di Thomas, con la sua cadenza drammatica e la caratteristica timbrica gracchiante, sembra fatta apposta per dirci che esistono altri mondi al di là del nostro, ma con le unghie conficcate su queste sfortunate lande.
Detto che i Mork non sono certo una band da salti evolutivi sconcertanti, si fanno notare i crescenti inserti di synth (“Forfort Av Kulden”, “Tilbake Til Opprinnelsen”), così come la maggior immediatezza di certi passaggi epici che, comunque, hanno sempre avuto il loro peso nell’economia della band (“Svik”). Non mancano poi brani canonici, in senso buono, dove si rivede al solito l’amore per i Darkthrone: ammirazione che magari ha contribuito all’uso dei synth, vista la strada intrapresa da qualche anno/album da Fenriz e Nocturno Culto. L’omaggio ha preso da tempo una forma consolidata e che suona Mork al 100%, ma un brano come “Et Kall Fra Dypet” rimanda tanto a un “Plaguewielder”, quanto a certe trovate di “Eternal Hails”. Rispetto al precedente “Katedralen” si riducono pressoché a zero le ospitate, quasi che i Mork vogliano comunque ribadire la loro unicità e concretezza; c’è spazio per l’amico Hjelvik (Djevel, Kvelertak) alla voce su “Hoye Murer”, altro esempio di brano magniloquente e di impatto.
Senza fronzoli, senza stravolgimenti, senza lampi di luce: la musica dei Mork resta una certezza dalle lande norvegesi.

TRACKLIST

  1. Indre demoner
  2. Forført Av kulden
  3. Svik
  4. Et kall Fra Dypet
  5. Høye Murer
  6. Bortgang
  7. Avskum
  8. Tilbake Til Opprinnelsen
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