MORK – Katedralen

Pubblicato il 03/03/2021 da
voto
7.0
  • Band: MORK
  • Durata: 00:48:02
  • Disponibile dal: 05/03/2021
  • Etichetta:
  • Peaceville
  • Distributore: Audioglobe

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Un amore sincero per l’old school, nessun orpello (a parte una produzione adeguata al nostro decennio), una rispettabilità ormai consolidata e confermata dalle eccellenti ospitate; questi sono da sempre i Mork, e confermano il loro decoroso posto nella scena black metal anche con il nuovo “Katedralen”.
La lunga ombra dei Darkthrone è evidente non solo per la presenza di Nocturno Culto su “Svartmalt”, ma per le sonorità e per l’approccio stesso alla costruzione dei brani, che pur non essendo fotocopie dei lavori della band di Kolbotn, non cadono come di consueto così lontano dall’albero. Vi sono esempi evidenti in diversi riff  e linee vocali, ma questo amore indelebile emerge anche nei brani più particolari: per esempio “Arv” o “Det Siste Gode I Meg”, connotate da rilevanti spruzzate viking, eppure reminescenti – con una loro sincera originalità – dell’ipnotismo silvestre di una “Thundra Leech”, per intenderci. Un’altra band che ha conformato la crescita musicale del mastermind Eriksen sono evidentemente i Kampfar, ottimo riferimento per i passaggi più furenti e non a caso secondi ospiti presenti sul disco, nella figura di Dolk, su “Fodt Til A Herske”: una traccia cadenzata e costruita praticamente sull’illustre presenza del furioso cantante, ma anche uno dei momenti più esaltanti del disco, non da ultimo proprio grazie all’epico e lunghissimo duetto vocale presente. Volendo citare altri brani, “Evig Intens Smerte” sembra l’ideale sintesi tra le due band feticcio fin qui citate, ma per non darvi l’idea di un lavoro fatto di banali fotocopie, vi assicuriamo che tutti gli elementi più personali che in questi anni Thomas ha saputo mettere in campo permangono: le chitarre dilatate e i paesaggi glaciali evocati, i momenti più atonali e alienati, tutti quegli elementi insomma che non faranno dei Mork i capifila di una rivoluzione musicale, ma ne confermano la qualità. Negli ultimi due brani non mancano peraltro innesti innovativi; “Lysbæreren” ci presenta un riff liquido ed effettato, ben supportato da una batteria minimale, con un effetto complessivo quasi psichedelico, mentre la conclusiva “De Fortapte Sjelers Katedral” permette ai Mork di tributare omaggio a un altro mito personale. Dicevamo in apertura della dichiarata passione per gli anni fondativi dell’estremo, ed ecco quindi in questo brano la curiosa, ma non troppo, presenza di Eero degli Skepticism; come confessato nelle prime indiscrezioni sul disco, anche il funeral doom è stato centrale per definire il gusto musicale di Eriksen e così ecco un brano che non cede alla spudoratezza di ricalcare una (altra?) band del cuore, ma regala tuttavia nei rallentamenti presenti un certo gusto più cupo e straziante; arrivando a un finale estremamente gloomy, caratterizzato da ritmiche cimiteriali e da un organo emozionante, che in qualche modo si riallaccia agli evocativi secondi iniziale del disco.
Come le patatine fritte, insomma, i Mork non si possono forse mettere tra i piatti irrinunciabili e centrali di una corretta dieta (musicale), ma è difficile non apprezzarli.

TRACKLIST

  1. Dodsmarsjen
  2. Svartmalt
  3. Arv
  4. Evig Intens Smerte
  5. Det Siste Gode I Meg
  6. Fodt Til A Herske
  7. Lysbaereren
  8. De Fortapte Sjelers Katedral
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