7.5
- Band: MORK
- Durata: 00:49:13
- Disponibile dal: 20/09/2024
- Etichetta:
- Peaceville
Spotify:
Apple Music:
Vent’anni di carriera non sono un traguardo insignificante, e i Mork li festeggiano nel migliore dei modi: con un disco onesto e che conferma la loro posizione tra le band più significative della nuova generazione black norvegese.
“Syv” – semplicemente ‘sette’ in norvegese, come il numero di album pubblicati – testimonia come Thomas Eriksen, pubblicando un nuovo lavoro, non voglia solo sventolare una bandierina ogni tot anni per confermare di essere vivo e vegeto, ma voglia anche lasciare qualche segno distintivo sotto il marchio Mork.
A questo giro il salto si sente particolarmente, visto come certe tendenze prima solo suggerite si trasformano in elementi portanti del lavoro: colpiscono subito una certa vena progressiva e un impatto epico di tutto rispetto, che li porta più dalle parti degli Enslaved (“Holmgang”) rispetto ai tradizionali rimandi a Darkthrone, Kampfar e compagnia.
Ci sono molta melodia e malinconia, che travalica la soglia dell’intimismo nella delicata, acustica “Omme”, non a caso posta in conclusione, quasi a fare da ponte per nuovi, futuri lidi musicali. Prima di questa, “Ondt Blod” richiama molto gli Emperor: dritta e maligna, senza perdere nulla del succitato gusto progressivo, mentre la strumentale “Til Syvende Og Sist” comprende anche archi campionati e strumenti tradizionali; il risultato fa un po’ sorridere nel passaggio dal riff quadrato in apertura alla tarantella finale, ma testimonia l’ottima capacità esecutiva.
Andiamo ancora a ritroso nel citare “Utbrent”: forse il brano più maligno del lotto, posto a metà di questo percorso evolutivo, perfetto per ricordare, al di là di questa nuova dimensione da ‘wall of sound’, da dove vengono i Mork.
Evitare la pura ripetizione, far crescere semi musicali prima accennati, senza perdere la propria identità e integrità: un obiettivo impossibile per molte band, che ci sentiamo di dire che Eriksen ha centrato in pieno, con questo disco.