MORTA SKULD – Wounds Deeper than Time

Pubblicato il 18/02/2017 da
voto
6.0
  • Band: MORTA SKULD
  • Durata: 00:42:22
  • Disponibile dal: 17/02/2017
  • Etichetta:
  • Peaceville
  • Distributore: Audioglobe

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Back from the dead. Un concetto già espresso in un vecchio album degli Obituary e che ben si adatta ai Morta Skuld, tra i gruppi meno conosciuti e fortunati del circuito death metal a stelle e strisce. Autori nella prima metà degli anni ’90 di un paio di lavori apprezzabili (il debutto “Dying Remains” e il successivo “As Humanity Fades”), i Nostri pagarono a caro prezzo una certa mancanza di iniziativa e la lontananza dai centri nevralgici della scena (del resto, Milwaukee non è mai stata Tampa o New York), rimanendo invischiati nelle paludi dell’underground e perdendo a poco a poco la bussola, fino all’inevitabile scioglimento del 1998. A tutti però è concessa una seconda possibilità, e in un’epoca di reunion e revival old school non vediamo perchè la formazione del cantante/chitarrista Dave Gregor non debba quantomeno provarci, forte di un entusiasmo ritrovato e di un contratto con la storica Peaceville Records, che in questi giorni ne immette sul mercato il quinto full-length. Disco semplice e senza alcuna pretesa, “Wounds Deeper than Time” consta di nove brani che vedono i Morta Skuld alle prese con lo stesso sound di un tempo, tra enormi omaggi al catalogo dei fratelli Tardy, qualche velleità tecnica e l’ugola corrosiva di Gregor a fare da collante, per circa tre quarti d’ora di musica privi sia di scivoloni che di lampi di genio. La tracklist possiede un discreto tiro, il songwriting non scende mai sotto la sufficienza e gli episodi, con le loro strutture ultra groovy e lineari, si imprimono da subito in mente, ma l’impressione è che il tutto sia frutto di una band ancora in fase di rodaggio, intenta a scrollarsi di dosso la ruggine accumulatasi in due decenni di inattività. La freschezza, l’istintività e la voglia di spaccare il culo di act come Skeletal Remains e Rude – almeno per il momento – sono lontani, tuttavia non ci sentiamo di penalizzare troppo il quartetto, tornato in pista con un album genuino che ne potrebbe rilanciare la carriera. Vedremo come si comporteranno d’ora in avanti.

TRACKLIST

  1. Breathe in the Black
  2. Hating Life
  3. My Weakness
  4. Against the Origin
  5. In Judgment
  6. Wounds Deeper than Time
  7. Scars Within
  8. Devour the Chaos
  9. Becoming One Flesh
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