7.0
- Band: MORTADO
- Durata: 00:48:49
- Disponibile dal: 26/04/2019
- Etichetta:
- Blasphemous Records
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GL è tornato! Con un microfono, una chitarra e i Mortado, il suo nuovo progetto che, con il qui presente “Rupert The King”, fa l’esordio ufficiale per la Blasphemous Records. E sarà ancora thrash metal, sulla scia di quello sfoderato a squarciagola durante gli anni trascorsi in casa Extrema? Non proprio: la creatura forgiata da Gianluca Perotti, in collaborazione con il drummer Manuel Togni, ha infatti un obiettivo più ampio e, se vogliamo, meno impetuoso rispetto al passato. Una combinazione di sonorità in cui il rock va a braccetto con il metal, rilasciando episodi più catchy, e perché no, più commerciali, altri dai tratti fortemente tribali, quasi spirituali (vedasi “The Great Spirit”), altri ancora più spediti e ‘in your face’, ambito nel quale il frontman lombardo si trova sempre a suo agio. Un Gianluca Perotti allo specchio, senza fronzoli, senza pretese, a briglie sciolte, che in poco meno di cinquanta minuti, insieme ai suoi nuovi compagni di avventura (oltre a Togni, al basso e alla chitarra ci sono Stefano e Simone Franzè) ha voluto rendere omaggio alle svariate sfaccettature che il metallo offre.
Una molteplicità sonora che prende avvio direttamente con la titletrack: l’incedere di “Rupert The King” è quello tipico, riversato a suo tempo dallo stesso GL: thrash puro al cento per cento; non tiratissimo ma deciso e…orecchiabile. Ed è proprio l’orecchiabilità uno degli aspetti che prevale lungo tutto il full-length; testimone di quanto appena scritto è la coinvolgente “In The Middle Of The Night” in cui un mix dal sapore ‘megadettiano’ riecheggia lungo gli oltre quattro minuti previsti . I toni si appesantiscono, il groove si alimenta in “Babylon’s Flag” e pure la successiva “No Escape” si distingue per i suoi stacchi più ricercati e nel contempo più rock/blues. Si scriveva di omaggi qualche riga fa: bene, il primo del lotto arriva con “Double Face”, direttamente dal primissimo album degli Extrema (“Tension At The Seams”): la versione dei Mortado ricalca l’originale, seppur leggermente più smorzata e pulita; una cosa rimane assodata, il timbro ‘panteriano’ che già risuonava tonante nel ’93. I due minuti e mezzo di “Double Face” trovano ulterior mordente e forza tellurica di “Dangerous Deal” prima che il tutto acquisti un’aurea quasi ‘sciamanica’, misteriosa e, come detto, tribale. “The Great Spirit” è un omaggio più che sentito ai nativi d’America, quasi una preghiera, un inno, un momento di meditazione all’interno del tourbillon sonoro assimilato sino a questo momento. Un pezzo sicuramente singolare che in qualche modo spiazzerà i metal-ascoltatori. Con “Venom” e “The Art Of Soul” si torna sui binari espressi in precedenza ma è “Secret Society” a racchiudere la sintesi globale del progetto di Perotti: sì thrash, ma anche passaggi più lineari e ‘armoniosi’. Tutto questo prima del secondo omaggio targato Mortado i quali, con un balzo di oltre trent’anni all’indietro nel tempo, ripescano dai Blind Ilusion di un certo Les Claypool “Blood Shower”, non male ma sicuramente meno maligna di quella espressa allora dal gruppo statunitense.
Il nuovo futuro di GL si chiama Mortado, il suo primo sigillo “Rupert The King”; una prova più che buona, che conferma come il metallo scorra ancora e rapido nelle vene del buon Perotti. Ed è curioso il fatto che tra circa due settimane anche il suo passato tornerà nuovamente in pista. Una rivincita? Una sfida? O niente di tutto di questo? Ai posteri l’ardua sentenza.