7.5
- Band: MORTIFERUM
- Durata: 00:36:31
- Disponibile dal: 11/10/2019
- Etichetta:
- Profound Lore
- Distributore: Audioglobe
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Per chi vuole suonare death metal o dedicarsi a sonorità estreme, gli stati di Washington e Oregon ultimamente sono una specie di paradiso. Esiste difatti un panorama vastissimo capace di attirare continuamente nuovi musicisti pronti a fare gavetta, scambiarsi idee e formare nuove band. Restando in campo death metal, solo negli ultimi mesi abbiamo avuto modo di saggiare l’operato di Triumvir Foul, Fetid, Cerebral Rot, Ossuarium o Witch Vomit, mentre ora è il turno dei Mortiferum, altra giovane realtà che ambisce a compiere il grande salto e ad imporsi all’attenzione di un pubblico più ampio. Lo scorso anno i ragazzi, pur avendo solo un demo all’attivo, hanno addirittura partecipato al celebre Kill-Town Death Fest di Copenhagen, palcoscenico che ha portato su di essi l’attenzione di tanti cultori e che ha innescato l’hype attorno a questo loro primo album, il quale viene rilasciato dalla sempre affidabile Profound Lore.
I Mortiferum, come facilmente prevedibile, si dedicano ad un death metal dallo spiccato mood decadente, un genere che negli ultimi anni è diventato un pilastro del circuito underground e che sembra ormai essere stato trattato e rielaborato in tutte le salse. Nonostante ciò, la meticolosità e la competenza che il quartetto immette in questo lotto di canzoni sono considerevoli. Durante l’ascolto di “Disgorged from Psychotic Depths” emerge soprattutto l’influenza degli Spectral Voice, nuovi padrini di questo particolare filone e già maestri nell’assemblare riff pachidermici, melodie sibilline e inaspettate accelerazioni in brani dalla densità immane in cui i richiami a vecchi capiscuola come Rippikoulu e Disembowelment si fanno sempre più sfuggenti. Da parte loro, i Mortiferum partono da tale spettro sonoro spingendo quindi su stentorei muri di chitarre che spesso sfociano in un principio di doom, ovviamente sempre mantenendo quell’atmosfera luttuosa che è implicita nella scelta di genere. I brani si presentano ora vasti ed enigmatici (“Archaic Vision of Despair”), ora più ritmati e quasi ‘catchy’ nei riff portanti (“Funereal Hallucinations”), ma in ogni caso la scrittura appare sicura e anche nelle parti più lente ben poco risulta ridondante, sintomo, questo, di una certa maturità per una band che comunque è al vero e proprio esordio. Insomma, per i fan di qualunque cosa graviti nell’orbita del death metal più putrido, questo “Disgorged…” potrebbe già rappresentare una bella conferma.