MORTIIS – The Great Deceiver

Pubblicato il 12/03/2016 da
voto
7.0
  • Band: MORTIIS
  • Durata: 00:56:42
  • Disponibile dal: 04/03/2016
  • Etichetta:
  • Omnipresence Productions
  • Distributore: Sony

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Che Mortiis sia un musicista imprevedibile e multisfaccettato è fuori discussione; electropop, ambient, gothic e qualche spruzzata di black metal: sono tanti i generi musicali da lui toccati nella ormai lunga carriera solista, e sempre ben identificati, a scanso di equivoci, da precise “ere” compositive. Stando al nostro goblin norvegese, si entra ora con questo “The Great Deceiver” nell’Era 0 della sua produzione, ma ovviamente questo non significa un ritorno alle origini: ricordatevi sempre di chi stiamo parlando, come pretendere una simile banalità? Questo nuovo full length si spinge infatti totalmente verso territori industrial (genere verso cui aveva già mostrato un discreto interesse), riducendo paradossalmente la ricerca musicale all’osso, a favore di un approccio catchy ed estremamente d’impatto. L’attacco è affidato a “The Great Leap”, che pare estratta pari pari da “The Downward Spiral” dei Nine Inch Nails, e bene o male le coordinate sonore restano queste per tutto l’album: industrial metal relativamente quadrato, melodie che entrano in testa facilmente, dissonanze che non oltrepassano mai la soglia della cacofonia effettistica. “The Ugly Truth”, seconda traccia dell’album, traspira Al Jourgensen da ogni poro: le linee vocali ricordano più di un pezzo dei Ministry, e dire che i riff di chitarra sono un omaggio all’era di “The Mind Is A Terrible Thing To Taste” appare quasi riduttivo. Stessa sensazione di un glorioso ritorno alla prima metà degli anni Novanta, quando questo genere dominava la scena, si ha con il successivo singolo “Doppelganger”, mentre pezzi come “Demons Are Back”, “Hard To Believe” o “Road To Ruin” estremizzano la strizzata d’occhio alle classifiche (espressione da intendere con le dovute proporzioni) ricalcando vagamente certi passaggi del reverendo Manson. Ci troviamo, insomma, di fronte a un disco così sfacciatamente derivativo e privo di personalità? Assolutamente no: in “Bleed Like You” emerge persino qualche cessione al trip hop, mentre nella seconda parte dell’album emergono derive elettroniche alle soglie dalla pista da ballo con coraggio e assoluta personalità: ascoltate, per esempio il bell’esempio quasi EBM di “Scalding The Burnt”, uno degli highlight dell’intero lavoro. Nonostante l’elenco di riferimenti, insomma, Mortiis riesce sempre, se non a stupire, a tenere vivo l’interesse e soprattutto la curiosità verso le prossime mosse. E’ di questi giorni un’intervista in cui, dopo anni di altezzoso distacco, ha dichiarato che anche la maschera tornerà a far parte del suo personaggio; e in fondo, è lui stesso il Grande Ingannatore del titolo: che fattezze avrà questo travestimento, e quali nuove follie accompagnerà, lo scopriremo poco alla volta.

TRACKLIST

  1. The Great Leap
  2. The Ugly Truth
  3. Doppelganger
  4. Demons Are Back
  5. Hard To Believe
  6. Bleed Like You
  7. Road To Ruin
  8. Scalding The Burnt
  9. The Shining Lamp Of God
  10. Sins Of Mine
  11. Feed The Greed
  12. Too Little Too Late
1 commento
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