7.5
- Band: MORTUAL
- Durata: 00:35:12
- Disponibile dal: 04/07/2025
- Etichetta:
- Nuclear Winter Records
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Con i suoi ritmi furenti, il suo retrogusto esotico e le sue atmosfere pastose, legate indissolubilmente alla tradizione death metal di fine anni Ottanta/inizio anni Novanta, il primo full-length dei costaricani Mortual sembra arrivare fra noi in accordo con l’ondata di caldo e umidità di questi giorni.
Un disco artigiano, squisitamente rustico, che trova una ragion d’essere non nell’innovazione, nella personalità o nella ricerca, bensì nel puro e semplice tributo ad una stagione musicale mai davvero tramontata, il cui fascino barbaro e infernale – specie a latitudini come quelle centro-sudamericane – continua a fare presa su tutta una serie di gruppi tanto giovani e voraci, quanto ambiziosi e preparati.
I ragazzi di San José, dopo essersi già fatti segnalare ai cultori grazie all’EP “Evil Incarnation” del 2023, tornano quindi a reclamare un loro spazio nell’underground contemporaneo sulla scia di un esordio che ne bissa gli intenti alla luce di una consapevolezza rinnovata nei propri mezzi, oltre che di un approccio leggerissimamente più pulito e controllato (prendete queste ultime due definizioni con le pinze), dal quale si promulgano soluzioni e sviluppi che ampliano di un poco il linguaggio espressivo rispetto al passato.
La matrice diabolica e parossistica è rimasta ovviamente intatta, per una proposta inscindibile dalle gesta sferraglianti di Sadistic Intent, Mortem (quelli peruviani), Incubus e Deicide, ma al fianco di questa esplosione di veleno, fiamme e bestemmie – sottolineata da un’estetica a dir poco tradizionale nell’artwork e nei titoli – si ravvisa anche dell’altro; un taglio lievemente più tecnico in fase di midtempo che, fra avvitamenti chitarristici e un uso penetrante della doppia cassa, porta presto a scomodare il nome dei Monstrosity, un’influenza che finora non era stata ancora accostata al terzetto (a questo proposito, si senta l’incipit di una “Dominion of Eternal Blasphemy”).
Chiaramente, non siamo di fronte a chissà quale rimescolamento di carte, dato che sempre di vecchia scuola e fedeltà alla linea parliamo, ma ascoltando con la dovuta attenzione questi brani è evidente come il progetto mesoamericano stia crescendo e affilando il suo arsenale di armi da taglio, per un assalto che nel 2025, alla stregua di quelli perpetrati da Insineratehymn e Skeletal Remains, sa tingersi di più sfumature e non ricorrere esclusivamente alla furia cieca.
Alla quadratura del cerchio manca sicuramente qualcosina, visto che non tutti i riff e gli stop’n’go suonano autorevoli, efficaci e devastanti alla stessa maniera, ma episodi del calibro di “Mortuary Rites” e “Divine Monstrosity” sono qui a testimoniare la fame di un progetto che i veri amanti del death metal di una volta non potranno che apprezzare e promuovere.