7.5
- Band: MORTUARY DRAPE
- Durata: 01:07:32
- Disponibile dal: 30/06/18
- Etichetta:
- Iron Tyrant
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L’Italia è la Patria indiscussa del cosiddetto horror metal, sottogenere tra i sottogeneri, nicchia polverosa e al contempo Santo dei Santi del metallo estremo. La band di Alessandria è indiscutibilmente parte fondamentale di questo culto, storico combo autore di pietre miliari quali “All The Witches Dance” e “Secret Sudaria”, dischi in grado di avere un certo peso non solo sulla scena italiana ma in quella mondiale, ispirazione per act internazionali destinati a volte ad avere ben più visibilità di quella concessa ai Nostri.
Il Drappo Mortuario, creatura dell’instancabile Walter Maini (in arte Wildness Perversion), taglia quest’anno il traguardo delle trentadue primavere, interamente trascorse a diffondere il verbo marcio e blasfemo del (proto)black/death metal. Il materiale che compone questo “Necromantic Doom Returns” è un tuffo nel passato della band, che rispolvera due storiche demo, “Necromancy” del 1987 e “Doom Return” del 1989, con l’aggiunta di una manciata di brani dal vivo, registrati a Livorno nel 1990.
L’occasione insomma è di quelle ghiotte, considerando che – collezionisti a parte – era praticamente impossibile avere fisicamente accesso a queste registrazioni, anche se successive versioni di alcune tracce contenute in queste demo sono reperibili sparse qua e là in altre pubblicazioni (il primo EP “Into The Drape”, il debutto su full e la compilation “Into The Cathachtonium”).
Va da sé che la qualità sonora è quella che ci si può ragionevolmente aspettare da registrazioni su nastro risalenti a trent’anni fa o poco meno. Questo però non dovrebbe far demordere dall’ascolto, dato che la qualità delle composizioni riesce comunque ad emergere nonostante il mix confuso, le chitarre a zanzarose, tutte caratteristiche che acquistano peraltro un certo fascino quando si tratta di creare questo tipo di dark sound. Certo, i brani registrati nell’87 mettono a dura prova anche un ascoltatore preparato e avvezzo ad una qualità che fa rimpiangere quella di molti bootleg, eppure una “Into The Catacomba” riesce in ogni caso a farsi notare. Le cose migliorano sensibilmente con gli estratti del 1989, a livello generale e in particolare per quanto riguarda la chitarra solista, che compie un ottimo lavoro . “Undead Revenge” e “Necromancer” spiccano sugli altri pezzi, e ci permettono di indovinare abbastanza chiaramente di cosa sarà in grado la band di lì a poco. Una intro organistica e il grido “Dall’occulto! Mortuary Drape!” è ciò che ci introduce all’ultima tappa del nostro viaggio nei primordi della band, il live toscano. Un’altra manciata di brani, tra i quali è impossibile non citare “Zombie”, che pur non essendo una cover dell’omonima canzone firmata Death SS mostra come l’influenza del combo pesarese sia importantissima per i Nostri.
In definitiva, una fotografia interessante di ciò che la band è stata, e più in generale di un periodo storico nel quale si gettavano le basi per ciò che si sarebbe sviluppato poi, incuranti di definizioni e confini tra i generi. I Mortuary Drape sono figli di Venom, Bathory, Death SS, Christian Death e del thrash più marcio e sulfureo, e allo stesso tempo ‘cugini’ di gente come Tormentor, Bulldozer, Mystifier, Treblinka e Sarcofago, band capaci di mescolare diverse influenze estremizzandole e plasmandole in qualcosa di nuovo ed esplosivo.
Oggettivamente non si tratta di un disco per tutti, e non è neanche quello che ci sentiremmo di consigliare a chi volesse accostarsi alla musica del gruppo piemontese per la prima volta, ma è comunque una testimonianza di valore, ben lontana dall’essere una semplice compilation.