7.0
- Band: MORTUOUS
- Durata: 00:36:09
- Disponibile dal: 22/06/2018
- Etichetta:
- Dawnbreed Records
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Disco d’esordio per la band californiana, nella quale militano alcuni esponenti particolarmente attivi del moderno panorama underground death metal a stelle e strisce. Il quartetto si affaccia sul mercato con un’opera particolarmente curata nella qualità e nella potenza di suono: le mani esperte del sempre più richiesto Greg Wilkinson (Autopsy, Vastum, Atrament) si fanno sentire nei suoni caldi e penetranti di cui gode il materiale. Se dovessimo ingabbiare “Through Wilderness” in una definizione di genere, ci verrebbe da ricorrere al semplice termine ‘death metal’, senza troppe sfumature, visto che la proposta dei ragazzi è sostanzialmente un incrocio di influenze classiche, fra Autopsy, Incantation e qualche accenno a Disembowelment e Rottrevore. Chi ha familiarità con tali nomi saprà già che il cocktail in oggetto può solo corrispondere ad una combinazione di atmosfere paludose e continui saliscendi a livello ritmico. La costante in diversi brani è difatti l’intreccio tra le oscillazioni del lavoro di batteria e un tappeto di riff dall’indole torbida, che avvolge l’ascoltatore in un ambiente cupo e vulcanico allo stesso tempo – sentire i rapidi cambi di registro nella breve “Prisoner Unto Past”, ad esempio. Le melodie e gli assoli di chitarra, quando utilizzati, godono di un certo spessore e riescono a mettersi in risalto, aggiungendo una dimensione ulteriore a brani già di per se piuttosto frizzanti nei loro sbalzi ritmici. Troviamo addirittura il contributo di Chris Reifert e Danny Coralles degli Autopsy in un paio di episodi: interventi per nulla gratuiti e che si fanno segnalare sia per buon tempismo che per modulazione. L’ultimo brano, “Screaming Headless”, sfocia persino nel doom-death, svelandoci un altro lato di una band ispirata e che evidentemente intende trasmettere anche una certa grandeur, oltre alla tipica volontà di potenza. In definitiva, un esordio che mantiene le premesse indicate dalla splendida copertina di Marald Van Haasteren (Bolt Thrower, Baroness, Necrot): nessuna novità o hit clamorosa, ma una tracklist solida ed efficaci espedienti per chi ha continuamente fame di arie mefitiche, teschi che digrignano e sano headbanging.