MORTUOUS – Upon Desolation

Pubblicato il 14/09/2022 da
voto
7.5
  • Band: MORTUOUS
  • Durata: 00:37:25
  • Disponibile dal: 16/09/2022
  • Etichetta:
  • Carbonized Records

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Rivisitare il classico attraverso insolite commistioni. Sembra essere questa la prerogativa dei Mortuous, al secondo album dopo il buon successo del debut “Through Wilderness”. La death metal band californiana si è sin qui fatta segnalare per il suo variopinto suono vecchia scuola, spesso in grado di collocarsi a metà strada tra varie correnti, evitando di mostrare troppo a lungo una singola influenza. Quasi un flusso di coscienza, capace talvolta di avvinghiare come rami di mangrovie, così fitte da non lasciare filtrare i raggi del sole. Questa la percezione avvertita dall’ascolto di alcuni dei brani del repertorio del gruppo: un’impressione che si fa ancora più forte davanti al contenuto del nuovo “Upon Desolation”, nel quale il quartetto originario di San Jose – in cui militano il chitarrista Mike Beams (ex Exhumed) e il batterista Chad Gailey (Necrot, Vastum) – declina una musica oscura e folta di richiami ancestrali, dove le tendenze e le ispirazioni provengono da uno spettro death metal e death-doom davvero ampio. A quattro anni dal precedente full-length, i Mortuous sembrano avere intensificato ulteriormente il loro personale processo di organizzazione delle proprie discendenze, dando vita ad un lavoro dal forte spessore immaginifico, a tratti labirintico nelle sue evoluzioni e sempre a fuoco nelle varie derive. Se l’opener “Carve”, particolarmente diretta nel suo svolgimento, ricorda le spigolosità degli Immolation, il resto della tracklist appare pervaso da un più pronunciato senso di inquietudine, andando ad aggregare suggestioni di varia natura sotto l’ombrello di una resa sonora fosca e quadrata. In un pezzo come “Nothing”, ad esempio, i Mortuous spezzano il loro assalto death metal con un improvviso rallentamento che introduce l’intervento di un violino e di una serie di arpeggi puliti, riconducendo alla sensibilità dei vecchi My Dying Bride. Un discorso applicabile anche a una “Metamorphosis”, la quale rilascia sentori alla Incantation prima di collassare su un impianto destrutturato da cui a un tratto spunta un riff in stile Bolt Thrower periodo “Realm Of Chaos”. In generale, tutta la tracklist procede in questa maniera, fra puntuali strappi stilistici, inaspettate digressioni atmosferiche e conseguenti scosse telluriche. Il tutto potrebbe a tratti apparire come un gran minestrone, se non fosse che la band dimostra di trovarsi a suo agio con ogni impronta, studiando bene le transizioni e denotando gusto, credibilità e autorevolezza in questa sua suggestiva discesa nei luoghi scoscesi del grande mondo del death metal underground. Complice anche una produzione davvero azzeccata (curata da Greg Wilkinson degli Autopsy), che contribuisce ad avvalorare la bontà tecnico-creativa dell’intera operazione, “Upon Desolation” risulta ancora più frizzante e incisivo di “Through Wilderness”, regalando vari episodi che finiscono per chiamare subito un riascolto. In sintesi, cambiano i registri, ma il pathos rimane pressoché intatto.

TRACKLIST

  1. Carve
  2. Nothing
  3. Metamorphosis
  4. Days of Grey
  5. Defiled by Fire
  6. Burning Still...
  7. Ash and Dismay
  8. Graveyard Rain
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