6.0
- Band: MORTUUS INFRADAEMONI
- Durata: 01:03:37
- Disponibile dal: 25.03.2022
- Etichetta:
- Iron Bonehead Prod.
Avevamo dato il benvenuto a questa black metal band tedesca nell’ormai lontano 2007, quando era uscita dal nulla con l’album di debutto intitolato “Daemon Qui Fecit Terram”. I Mortuus Infradaemoni, oggi come allora, erano (e sono) composti da ex membri dei Lunar Aurora e proprio da quest’ultimi erano stati patrocinati per il loro primo e secondo full-length. I primi passi di questi teutonici adoratori delle tenebre erano stati promettenti, il gruppo aveva qualcosa che poteva ricordare proprio i Lunar Aurora, solo in una versione meno mistica e più grezza, senza alcun elemento sinfonico. Poi non sappiamo cosa sia successo, ma la band è sparita dalla circolazione; ora, a distanza di ben tredici anni i Mortuus Infradaemoni si rifanno vivi con il nuovo “Inmortuos Sum”, molto probabilmente il loro lavoro meno riuscito. Non è facile riprendere le fila di ciò che si era abbandonato dopo così tanto tempo, ma non sembra che al gruppo tedesco sia scemata la voglia di dedicare tutte le energie alle fiamme nere dell’inferno: è piuttosto la lucida ispirazione a fare capolino solo saltuariamente su questo album. Il sound e lo stile si sono imbarbariti, il riffing è diventato un po’ troppo derivativo, fermo agli insegnamenti originari impartiti da Darkthrone e Immortal. La produzione è buona, nel senso che è quasi perfetta per il black metal grezzo che la band propone, con suoni molto abrasivi seppur scarni nelle parti lente e cadenzate e un po’ caotici quando la band accelera i ritmi. L’atmosfera di fondo è piuttosto oppressiva e si fa talvolta anche sinistra, come ad esempio su “Ossuarium Of The Black Earth”. Quando il combo tedesco segue le orme dei Darkthrone l’album si fa noioso perchè i riff sembrano davvero sempre quelli sentiti e risentiti già da una trentina d’anni a questa parte e non particolarmente esaltanti, meglio i Mortuus Infradaemoni quando spingono forte sull’acceleratore ed le strutture chitarristiche si arrichiscono diventando fredde e taglienti proprio nel caro e vecchio stile Immortal. Non manca qualche parte puramente caotica e sconclusionata, ma è soprattutto la l’eccessiva durata della release a penalizzare questo lavoro della band. Un ritorno tutto sommato interlocutorio e trascurabile perchè di musica black metal c’è in giro ancora tanta e di qualità migliore.