7.5
- Band: MOTIONLESS IN WHITE
- Durata: 00:49:57
- Disponibile dal: 10/06/2022
- Etichetta:
- Roadrunner Records
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I Motionless In White “non riescono a separarsi distintamente dai propri riferimenti”, scrivevamo nel 2019 parlando di “Disguise”, album come sempre valido ma che soffriva eccessivamente di un limitante effetto compilation. Sembra che i MIW ci abbiano effettivamente ascoltato, nel sentire “Scoring The End Of The World”, e non possiamo che esserne felici: resta il misto di influenze diverse nella loro formula, ma meno estremizzate e meno ricalcate, rese omogenee tra un pezzo e l’altro e aderenti ad uno stile personale, armonizzato da un uso standardizzato del cantato melodico ma anche dall’utilizzo continuato delle tastiere, che aggiunge al disco quello strato industrial/digital che sembra essere ricercato in generale anche nella curatissima componente estetica.
Durante il lockdown il mastermind Chris Motionless ha scritto parecchio insieme all’amico Justin Deblieck (Nine Ice Kills) e a Drew Fulk, entrambi accreditati come produttori del nuovo lavoro, col risultato di un disco equilibrato dalle tematiche mai così politicizzate. Il ‘blegh’ di “Meltdown” dà il via nella giusta maniera, in un pezzo che insieme a “Slaughterhouse” (con la strana ospitata di Bryan Garris dei Knocked Loose), “Burned At Both Ends II” e “Cyberthex” mostra il lato più heavy della raccolta. Gli episodi goth/metalcore sono quelli che rappresentano in maniera più profonda i Motionless del 2022, con grandissimi ritornelli, hook ruffiani e parecchie influenze nu metal: “Sign Of Life”, “Scoring The End Of The World” e le semi-ballad “Porcelaine” e “Masterpiece” faranno furore nelle playlist finalmente con un’impronta riconoscibile. C’è forse un’overdose new wave in una “Werewolf” che quasi si dimentica le chitarre, citando il re del Pop Michael Jackson, così come farà più tardi la pacchiana “We Become The Night”, ma sono singoli episodi ben piazzati che danno respiro in un ascolto del disco dall’inizio alla fine. Parlando di finale, questo “Scoring…” chiude coi fuochi d’artificio, piazzando un singalong incredibile nella mansoniana “Red, White & Boom” con Caleb dei Beartooth e una conclusione epica con la title-track che vede la collaborazione del leggendario compositore Mick Gordon (Doom, Wolfenstein). Possiamo dunque dire che il quintetto della Pennsylvania continui a crescere musicalmente, coltivando un rapporto unico e stretto con una legione di fan entusiasti e consegnando, stavolta, un lavoro mai così bilanciato tra influenze, umori, passato e futuro.