7.5
- Band: MOTORHEAD
- Durata: 00:42:57
- Disponibile dal: 28/08/2015
- Etichetta:
- UDR Music
- Distributore: Warner Bros
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Che in questi ultimi due anni i Motörhead non se la stiano passando bene, è cosa nota. A Lemmy l’inossidabile, Lemmy l’immortale, colui che ha tenuto testa a Ozzy Osbourne in fatto di eccessi al limite della resistenza umana, purtroppo è stato presentato il conto salatissimo di tutte le malefatte combinate, a cui sono susseguiti diversi problemi di salute, tour cancellati e concerti letteralmente disastrosi. A causa di questi problemi e del fatto che Mr. Kilmister sia alla soglia dei settant’anni, molti temevano che il nuovo “Bad Magic” potesse diventare il disco d’addio del trio britannico. Ed invece, proprio come un sonoro ‘fuck you!’, Lemmy e compagni ci spiattellano sul muso un disco fresco, energico, potente, veloce, insomma musica suonata con i controcoglioni, tanto per essere chiari. “Victory Or Die” se ne frega di tutto, parte in quarta e mostra ciò che i Motörhead sanno fare, fottuto rock’n’roll scandito dalle cannonate del solito impeccabile Mikkey Dee, dai riff taglienti di Phil Campbell e dalla voce scartavetrata di Lemmy. A seguire un’altra bordata tradizionale “Thunder And Lightning”, dove la band appare al top della forma. Con “Fire Storm Hotel” la velocità d’esecuzione rallenta per permetterci di gustare il groove del brano, meno nervoso e senza troppe sorprese, solo un mid-tempo roccioso ed incalzante. Una delle pietre miliari del disco risponde al nome di “The Devil”, un altro brano non troppo veloce, ma che assume importanza grazie ad un fantastico assolo del chitarrista Brian May (Queen), presente come ospite speciale a fronte dell’amicizia che lo lega a Phil Campbell e alla band. Altri brani già in odore di diventare classiconi, “Tell Me Who To Kill” e “Choking On Your Screams”, veloci, schietti, diretti e dal ritornello con la giusta dose di melodia per essere memorizzato in fretta. L’ascolto prosegue verso il traguardo con “When The Sky Is Looking For You”, un altro mid-tempo granitico e potente sorretto da una devastante sezione ritmica. Chiude il disco una cover, niente meno che “Sympathy For The Devil” dei Rolling Stones. Ebbene, Lemmy e compagnia sono riusciti a fare loro il brano grazie ad una bella iniezione di energia, ma senza stravolgerlo: cover assolutamente riuscita. Non sarebbe giusto nascondere la verità dietro ad un dito, in studio di registrazione tutti sono più ‘bravi’, più precisi, più veloci e purtroppo non abbiamo certezze su come andrà il prossimo tour dei Motörhead a causa della salute del loro leader. Sarebbe altrettanto scorretto sminuire un disco come “Bad Magic”, che non ha nulla da invidiare alle ottime release firmate Motörhead degli ultimi anni e che, anzi, ci mette di fronte una band ancora ispirata, capace di scrivere grandi pezzi e soprattutto in grado di spaccare il c**o ad un sacco di giovani sbarbatelli. C’è ancora benzina nel serbatoio per un altro grande sprint, ne siamo certi.