7.0
- Band: MOTOROWL
- Durata: 00:44:39
- Disponibile dal: 16/02/2024
- Etichetta:
- Supreme Chaos Records
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Il percorso dei tedeschi Motorowl è stato abbastanza particolare. Li abbiamo conosciuti all’epoca del debutto, “Om Generator”, pubblicato da una grossa etichetta come la Century Media e la loro proposta ci era sembrata ancora più interessante nel loro secondo album, “Atlas”, del 2018. Da lì ne avevamo perso le tracce e li ritroviamo oggi con questo “This House Has No Center”, pubblicato questa volta da una realtà molto più underground come Supreme Chaos Records.
Sei anni sono tanti e di certo la pandemia non avrà aiutato, ma andando a ricostruire il passato più recente della band, scopriamo che il contratto con Century Media è scaduto nel 2020 ed evidentemente i buoni riscontri di “Atlas” non sono stati sufficienti per ottenere un rinnovo. I Motorowl, dunque, si sono rimboccati le maniche e sono ripartiti da zero: hanno prodotto del materiale demo in autonomia, un 7″ con un nuovo singolo, per arrivare infine a quello che è a tutti gli effetti un nuovo inizio.
Il concetto di una casa senza centro rimanda ad architetture aliene, simili a quelle rappresentate da Escher, ed anche musicalmente i Motorowl non amano farsi facilmente ingabbiare. Già all’epoca di “Atlas” avevamo parlato di una base doom, su cui si innestano fascinazioni psichedeliche, il krautrock, progressive ed un uso interessante dei sintetizzatori. Queste caratteristiche tornano oggi nel nuovo full-length, che enfatizza ancora di più l’uso delle tastiere, allontanandosi dall’ombra dei Black Sabbath, in favore di un dark progressive rock dal taglio vintage che, ancora una volta, funziona.
Brani come “All Bells Ring” e “Lie To The Creator” rappresentano molto bene ciò che sono oggi i Motorowl: riff essenziali e oscuri, atmosfere sinistre e un pregevole uso di synth ed organo hammond a sostenere l’intera canzone. Evidente anche l’influenza dei Rush in questa nuova versione dei Motorowl che, non ha caso, la band ha voluto omaggiare con una cover di “Limelight”, non presente nella tracklist ma parte integrante del processo di riequilibrio che abbiamo descritto.
Altri brani degni di nota sono senza dubbio “Future Nostalgia”, particolarmente incisiva nella melodia, accattivante eppure robusta; oppure “Clean Passage”, con quella sua anima stoner che sembra trasportarci immediatamente in spazi vasti e desertici. Avvolgente e malinconica “Fences”, con i suoi due minuti di chitarra, voce e tastiere, mentre chiude degnamente il disco “Forever Box”, efficace sintesi di quanto detto finora, con un ritornello d’impatto.
Nel complesso, bisogna essere onesti, avevamo preferito “Atlas”, un disco che arrivava al vertice della parabola ascendente dei Motorowl, mentre si percepisce come “This House Has No Center” sia un disco di transizione, efficace nel mettere un segno da cui partire per andare a costruire la seconda parte della carriera della band.
Eppure non possiamo che apprezzare la volontà e la pervicacia con cui questa formazione ha voluto rimettersi in gioco, senza negare nulla di quanto fatto in passato, ma usando l’esperienza accumulata per rialzarsi e trovare nuova linfa vitale. Se avete apprezzato “Atlas”, questo nuovo lavoro non vi deluderà; se, invece, il nome dei Motorowl non vi dice niente, allora questo potrebbe essere un buon modo per ripartire con loro.