MOTORPSYCHO – The All Is One

Pubblicato il 01/09/2020 da
voto
8.0
  • Band: MOTORPSYCHO
  • Durata: 01:30:20
  • Disponibile dal: 28/08/2020
  • Etichetta:
  • Stickman Records

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Capitolo finale della “Gullvåg Trilogy”, successore di “The Tower” (2017) e “The Crucible” (2019), “The All Is One” chiude alla grande il tutto, innestandosi – già dal titolo – come summa e riassunto dell’estro dei norvegesi (e non solo quelli con Jarmyr dietro le pelli). Altrettanto naturalmente, come suona il nome della trilogia stessa, la mirabile copertina è ad opera di Håkon Gullvåg, risultando affascinante solamente al pensiero di averla nel doppio LP in uscita a fine Agosto. Forma succulenta è dir poco. E così, appunto, anche il contenuto.
Anche se un album dei Motorpsycho è sempre da intendersi – per lunghezza e intenzioni – come un unicum, proviamo a vedere cosa si cela all’interno di questa nuova incarnazione del trio di Trondheim. La titletrack apre alla grande, con le tonalità più efficaci, dirette e quasi spregiudicate, che hanno marchiato lo status dei Motorpsycho come una delle più riuscite manifestazioni che il prog-psych rock è riuscita a sfornare. Anzi, il primo terzetto di pezzi è un inno al gratefuldeadismo più moderno e allo stesso tempo attento ad un effetto sempre efficace e convincente fin dalla prima battuta, le divagazioni musicali sono sempre tenute a bada da un groove raffinato ma deciso, che lascia loro spazio ma non le fa andare troppo lontano. “The Magpie”, poi, continua la medesima scia divertita e scanzonata prog da veri seventies, in un modo che è già sicuro mieterà pieni consensi al primo ascolto. “Delusion” (così come la speculare “A Little Light”) allenta i toni più rock in favore di una lieve meditazione raffinata che fa da preludio (o coda) ad uno dei momenti principali del disco. La suite di quarantadue minuti è infatti – solo a dirlo – manna dal cielo per gli aficionados.”N.O.X” si presenta divisa in cinque tracce, ma si offre come l’aspetto ‘innovativo’ rispetto a quello più ‘consueto’ che ha introdotto il lavoro: dipinti, alchimia e tarocchi inseriti in un balletto di tre quarti d’ora in cui si sciorinano gli estri del terzetto nella loro forma più libera e artistoide. Il ciclo di “Ouroboros” (il grande serpente che si mangia da sé) o quello di “The Night Of Pan”, potrebbero andare avanti ore, così come le peregrinazioni sinfoniche delle “Circles Around The Sun”. La suite è insomma una gemma che supera le tinte fosche di un certo “The Tower” e divaga fedelmente nei territori funambolici dei Motorpsycho più affabili e meno autoindulgenti (ed è cosa assai difficile nella loro sterminata produzione…), senza dimenticare né la melodia beatlesiana, né la cultura King Crimson, né l’efficacia Deep Purple. E neppure i grandi Motorpsycho stessi.
La band stessa ci scherza su: “Al centro di questo album c’è un lungo pezzo in cinque parti con alcune delle cose più radicali che abbiamo fatto su disco da un po’ di tempo a questa parte; ma se la prospettiva di un pezzo per balletto di quarantadue minuti ispirato a dipinti, alchimia e tarocchi sembra troppo scoraggiante, c’è anche una manciata di canzoni più brevi con cui interfacciarsi, sempre più o meno collegate. Per noi questo è ovviamente solo un punto di vista diverso e tangente ad un tutt’uno, ma fatene quello che volete, con la speranza che tutto ciò abbia un senso per voi, per quanto in profondità sceglierete di andare.” A chiudere il lavoro menzioniamo la ballad beatlesiana “The Dawser”, inserita in mezzo a due brani più consistenti, la mirabile “Dreams Of Fancy”, sogno lucido di psichedelia roboante, e “Like Chrome”, che riprende i toni iniziali, sapientemente chiudendo il giro, pur non risultando fotocopia di nulla, ma neanche senza brillare particolarmente come finale, almeno dopo quello che si è sentito.
L’uno è il tutto, ed in effetti Deep Purple, Sabbath, King Crimston, Grateful Dead e musica colta si fumano insieme un po’ d’erba e riescono a risultare parte dall’unico grande tutto, in un trip psichedelico di sicuro effetto portante, sia per musicofili attenti che per fattoni di contingenza. Sempre consueti e sempre ricercati, i Motorpsycho affinano il tiro di questi ultimi anni, donando una summa di questo ultimo periodo, con la grazia e la tonalità più opportuna, non scontentando proprio nessuno.

TRACKLIST

  1. The All Is One
  2. The Same Old Rock (One Must Imagine Sisyphus Happy)
  3. The Magpie
  4. Delusion (The Reign of Humbug)
  5. N.O.X. I: Circles Around the Sun pt.1
  6. N.O.X. II: Ouroboros (Strange Loop )
  7. N.O.X. III: Ascension
  8. N.O.X. IV: Night of Pan
  9. N.O.X. V: Circles Around the Sun pt.2
  10. A Little Light
  11. Dreams of Fancy
  12. The Dowser
  13. Like Chrome
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