MOUTH FOR WAR – Bleed Yourself

Pubblicato il 09/11/2023 da
voto
7.5
  • Band: MOUTH FOR WAR
  • Durata: 00:34:35
  • Disponibile dal: 27/10/2023
  • Etichetta:
  • MNRK Heavy

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È un bel metalcore da pogo – o da mosse da Van Damme, se si è particolarmente giovani e/o atletici – quello proposto dai Mouth For War, qui al secondo album dopo il discreto esordio di “Life Cast in Glass” (2021). Siamo alle prese con una formula decisamente truce e bellicosa, con il quintetto statunitense intento a gettare un ipotetico ponte fra certe correnti attuali del genere – vedi Knocked Loose, Jesus Piece, Justice For The Damned, ecc – e qualche rimando alla scuola dei primi anni Duemila, con più di un occhio di riguardo per quella frangia altamente oltranzista ai tempi guidata da gente come Martyr A.D., On Broken Wings e Premonitions Of War.
Ciò che salta immediatamente all’occhio (e all’orecchio) è la graditissima rapidità con cui tutto si esaurisce: in trentaquattro minuti, i ragazzi del Colorado espongono con efficacia tutto quello che avevano da dire, lasciando soddisfatti e anche desiderosi di ripetere l’esperienza di lì a poco. Una mezz’ora che dunque non passa invano, perché la band la riempie di stacchi e soluzioni di una peculiarità senz’altro già nota, ma affrancata da qualche inutile gravosità che talvolta aveva appesantito il debut di due anni fa.
Siamo dalle parti di un metalcore dove il riff ha ancora una sua importanza: su “Bleed Yourself” non troviamo insomma solo trame ipercompresse e temi di chitarra che sembrano sostanzialmente ricalcare il lavoro della batteria, oppure – ancor peggio – contaminazioni sinfoniche o stronzate simili, evocate nel tentativo di colorare una base altrimenti assai povera di idee. I Mouth For War, come accennato, non inventano nulla, ma il loro suono è comunque basato su un certo estro a livello chitarristico, su un avvicendamento di riff, sfumature industrial e breakdown che sa muoversi su varie velocità, sposando abrasività e qualche parentesi catchy, quest’ultima intesa come quella rotondità di marca Unearth, certo non come ritornelli o chissà quale strascico arioso. In questo senso, “Bleed Yourself” risulta più dinamico del precedente “Life Cast in Glass”, più nervoso e spasmodico nel suo aggredire l’ascoltatore, ma al contempo piuttosto puntuale nell’enfatizzare quel groove ignorante sempre in grado di far drizzare le orecchie. Siamo dunque al cospetto di una prova accostabile agli ultimi ritorni di Vamachara, Year Of The Knife o Chamber, un album all’insegna di musica dal carattere brusco, cattivo, con i piedi ben piantati nell’underground. Il classico disco da palestra, di quelli che non si vede l’ora di poter saggiare anche dal vivo.

TRACKLIST

  1. Roses In Place Of Your Ashes
  2. The Plight Of Those You Left Behind
  3. Captivated
  4. No Grace
  5. Taste Of Steel
  6. In Lieu Of Flowers
  7. The Devil
  8. Saturate Me
  9. Under The Gun
  10. Talking To God
  11. Shattered Self
  12. The Rush Of Seeing Red
  13. Bleed Yourself
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