6.5
- Band: MR. BIG
- Durata: 00:48:01
- Disponibile dal: 21/07/2017
- Etichetta:
- Frontiers
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Sebbene la parola ‘supergruppo’ faccia storcere il naso ancora a molte persone è innegabile che certe di queste band abbiano comunque contribuito in modo essenziale alla storia del rock e del metal nel corso degli anni. Ed è così che Paul Gilbert e soci si sono ritrovati in studio a registrare il nuovo disco dei Mr. Big, band che non ha certo bisogno di presentazioni per quanto riguarda la popolarità e il successo ottenuti nel corso degli anni. La formazione è sempre la stessa, nonostante i problemi del batterista Pat Torpey al quale qualche anno fa è stato diagnosticato il morbo di Parkinson e che dal vivo è ormai sempre sostituito da Matt Starr. “Defying Gravity”, questo il titolo della prova in studio, è un disco se vogliamo fin troppo tranquillo per essere un album dei Mr. Big. Chiariamoci: i pezzi sono splendidi così come gli arrangiamenti, e i membri della band non sono certo attaccabili dal punto di vista tecnico, con un Gilbert e uno Sheehan che fanno emergere il loro lato più blues in più occasioni. Il problema, però, è che si tratta di una prova di gran classe, ma ‘sgonfia’ come forza di riff e di composizioni. Andando più nel dettaglio vi basti sapere che non c’è nemmeno una traccia particolarmente ‘spinta’ come la band statunitense ci aveva abituati in passato, sostituendo l’attitudine hair/glam in favore di una vena più blueseggiante/country. Possiamo anche capire che gli anni passino e sia difficile per tutti cantare e suonare come un tempo, ma per chi non apprezza particolarmente le ritmiche lente del blues questo disco sarà davvero difficile da mandare giù: a parte “Everybody Needs A Little Trouble” e “Mean To Me”, che hanno tempi un poco più sostenuti e la chitarra a trapano di Gilbert che ci sferza in atmosfere più ottantiane, il resto dei pezzi sono quasi tutti ballad! Da “Damn I’m In Love Again” fino a “Be Kind” tutto tende a diventare più lento, se non per i rari exploit come “Nothing Bad (But Feeling Good)”, dove le atmosfere diventano quasi desertiche, o la rockeggiante “1992”, che fa riprendere un po’ di pepe all’ascoltatore. Per il resto, se qualcuno dovesse conoscere i Mr. Big con questo disco, si stuferebbe dopo poco, considerato che per alcuni suoi passaggi sembra davvero un lavoro fatto solo per timbrare il cartellino. È brutto dire una cosa del genere per una band che ha comunque sempre mantenuto una line-up quasi stabile nel bene o nel male, ma sembra che i nostri siano andati ad incagliarsi su territori facili e semplici. Ai Mr. Big sta venendo a mancare proprio quella vena grintosa di un tempo, in favore di atmosfere più rilassate e evidentemente di ‘facile’ scrittura ed esecuzione. Comunque “Defying Gravity” non è tutto da buttare: ci buoni spunti sono in più parti, ma non si tratta certo di un prodotto dalla qualità eccelsa come ci si aspetterebbe da una band di tale caratura.