7.0
- Band: MR. BIG
- Durata: 00:52:36
- Disponibile dal: 21/01/2011
- Etichetta:
- Frontiers
- Distributore: Frontiers
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L’attesa per i fan dei Mr Big è stata lunga ma… alla fine i quattro musicisti della formazione originale (ricordiamo i due album precedenti allo split furono registrati con Ritchie Kotzen alla chitarra) si sono riuniti e hanno deciso di mettere se non la parola fine almeno un altro capitolo alla storia di una band che aveva partorito due o tre dischi stupendi e poi era caduta vittima dei soliti litigi e problemi di ego. Così, all’inizio del 2011, finalmente coloro che ai tempi erano rimasti stregati dal robusto hard rock di “Bump Ahead” o dalle molteplici influenze di “Hey Man” potranno godere nel riascoltare il nuovo disco di una band ritrovata, nuovamente in grado di riproporsi agli ascoltatori con entusiasmo ed idee. Certo, negli anni di silenzio dei Mr Big, i quattro musicisti, alquanto rinomati nella scena hard&heavy, non se ne sono stati con le mani in mano. Chi più chi meno hanno sempre calcato le scene, con progetti e collaborazioni. Conseguentemente lo stile esecutivo dei singoli è (se possibile) ancora migliorato, ma non è di questo che parleremo in questa recensione. Che Billy Sheenan fosse un bassista eccezionale lo sanno anche i sassi, e la velocità e pulizia di Paul Gilbert sono di fatto note a tutti; ma quello che rende questo ritorno “What If?” il disco che i fan volevano sentire sono proprio le canzoni. Una dozzina di pezzi vivaci e frizzanti, che ripescano a piene mani dal repertorio di un tempo, arricchendo e perfezionando lo stile che li contraddistingueva con una vena più moderna che li rende attuali. I Mr Big, ma del 2010 potremmo dire senza paura di sbagliare, e questo è quanto da anni si stava chiedendo loro.Il disco parte con il singolo “Undertow”, e non potrebbe avere miglior incipit. Il pezzo, frizzante ed energico, incorpora melodie azzeccate con un guitarwork ad opera del ritrovato Gilbert davvero ficcante. Un pezzo elegante e coinvolgente, che probabilmente è anche il pezzo migliore dell’album. La successiva “American Beauty” riporta alla mente i tempi veloci di “Colorado Bulldog” e non può che rassicurare i fan che volevano ancora sentire il suono funambolico che contraddistingueva i loro primi anni. Con “Stranger In My Life” chiudiamo il trittico di partenza, e lo facciamo all’insegna di una ballad che ricorda ancora i vecchi album. Purtroppo, già con la quarta canzone “Nobody left To Blame” ci tocca raffreddare un attimo gli entusiasmi, perché il pezzo pompa, ma sembra mancare di mordente… La velocità torna a salire con “Still Ain’t Enough For Me”, e si assesta su coordinate pi rockeggiante con la simpatica “Once Upon A Time”, anche essa segnalabile tra gli highlight dell’album. I restanti sei pezzi confermano il clima generale del disco, con altri momenti più rock e veloci e pezzi dai tempi più lenti ma sembre carichi di grinta. Che dire? Che dopo i litigi e le uscite evitabili (“Get Over It” su tutti) che ci hanno propinato, il minimo che potessero fare i Mr Big per i loro fan era regalargli un album degno del loro nome. E, se anche in pochi sosterranno che questo “What If?” sia bello come “Bump Ahead” o “Hey Man”, è indubbiamente un album intriso di personalità. Per fortuna è andata così.