6.5
- Band: MUR
- Durata: 00:32:25
- Disponibile dal: 26/03/2020
- Etichetta:
- Les Acteurs De L'Ombre Productions
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Ambiziosi nella loro dichiarata fusione di black metal e synthwave e decisamente non esenti da una certa aria intellettualoide che può piacere o respingere (guardare il video allegato per capire), i francesi Mur ci presentano questo EP a distanza di un paio d’anni dal debut album, “Brutalism”. Il full-length del 2019 aveva in realtà un approccio nel quale la divagazione synth era meno marcata, giocando su di un post hardcore/post black che utilizzava i sintetizzatori più che altro come innesti, note di colore a rinvigorire il nero e bianco, quelli invece belli pesanti, della proposta principale, che non per creare strutture vere e proprie. Non sappiamo se sia una sorta di pentimento per non aver provato ad andare più in là, ma questo “Truth” estremizza – non in toto però – proprio tale visione della musica dei Mur. Il lato aggressivo della band sembra a modo suo addomesticarsi di fronte ad una costruzione che getta le proprie fondamenta sul synth in maniera questa volta più spinta, aprendo e reggendo buona parte degli impianti su tale strato concettuale. Un EP interlocutorio senza dubbio, che sembra voler testare diverse figure, differenti tentativi espressivi, e sta di fatto che i cinque brani sembrano vivere sotto luci variabili e non ancora pienamente sicure di sé. Si parte con “Epiphany”, brano canonico che riprende in mano quanto già prodotto in antecedenza, piacevole ma piuttosto ‘basic’ in ambito di un classico post-black da locale piccolo e con palco a pavimento, ma che già dopo pochi minuti va a creare un tappeto sonoro che sembra voler prendere le redini, cosa che accade anche col successivo brano fino però ad acuirsi in un pezzo come “Inner Hole”, dove i riferimenti synth pop divengono più decisi. Non stupisce a questo punto la cover di “Such A Shame” dei Talk Talk, messa a pietra angolare, a fianco di un brano molto lungo e molto ottantiano come “Truth”, con un attacco quasi danzereccio che evolve in maniera completamente diversa da come il disco era cominciato. Buttano un bel po’ di materiale nel calderone i Mur, lasciando presagire un futuro secondo album con soluzioni più spinte, ma che speriamo possano essere anche più oculate; il problema di un disco del genere non sta infatti nella proposta in sé, bensì nel suo essere ondivago, non sicuro dei propri mezzi, non chiaro nelle proprie intenzioni: ma essendo un EP la cosa può anche essere voluta e parte di un processo di ricerca che può stare anche bene nel formato proposto. Vedremo che succederà, ma maggior coraggio non farebbe male a questo punto.