8.5
- Band: MY DYING BRIDE
- Durata: 00:58:15
- Disponibile dal: 01/01/1993
- Etichetta:
- Peaceville
- Distributore: Self
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“Turn Loose The Swans”, ad appena un anno di distanza da “As The Flower Withers”, si rivela già essere una notevole maturazione per i suoi autori: l’ingresso in pianta stabile di Martin Powell, tastierista e soprattutto violinista, sposta l’accento delle composizioni in un’ottica più pacifica e tranquilla, decadente e dark. I due strumenti citati, infatti, sono nettamente protagonisti di questo platter, con buona pace delle sonorità prettamente death metal auscultabili sul debut-album. Sembra essere giunta subito al capolinea, a dire il vero, la volontà dei nostri di riprendere influenze floridiane nel loro songwriting, orientato fin dalle prime battute di “Turn Loose The Swans” verso direzioni più originali e ricercate, nonché ai limiti del progressive doom metal. Anche Aaron si adegua alle nuove composizioni e fa ottima, prima comparsa il suo caratteristico stile recitato pulito, così espressivo e straziante da rendere tangibili malessere e dolore. “Sear Me MCMXCIII” è il brano d’apertura, una versione per keys, violino e voce della vecchia “Sear Me”, presente sul primo disco e rivisitata con nuovo testo: dolcissima nel suo mesto incedere, la canzone mette subito in chiaro che ci troveremo di fronte ad un lavoro particolare ed ambizioso. La splendida “Your River”, con i suoi tre minuti abbondanti di introduzione strumentale ‘a piacimento’, sfora davvero in ambiti prog e mostra quanto sperimentali vogliano essere i primi Bride. L’alternanza clean-growl di Aaron funziona alla grande e viene ripetuta nelle successive “The Songless Bird”, più aggressiva e violenta, e “The Snow In My Hand”, dove il violino tesse trame incantevoli e i cambi d’atmosfera diventano quasi un obbligo. E’ la volta poi della monumentale “The Crown Of Sympathy”, brano cantato tutto in clean vocals ma assolutamente inquietante ed oscuro, con linee vocali e riff particolarmente minacciosi – nel finale sembra addirittura anticipare di poco il successo di “Christian Woman” dei Type O Negative. La title-track, posizionata così in fondo alla tracklist, perde un po’ di interesse e mordente, ma è anch’essa dotata di una piacevole alternanza di sensazioni, con una leggera prevalenza del lato buio e malvagio della Sposa. Sipario conclusivo affidato alla atmosferica “Black God”, nella quale troviamo una certa Zena duettare con Aaron fra le brevi lyrics del brano. Drammatica chiusura per un album imprescindibile per la formazione britannica, questo “Turn Loose The Swans”, probabilmente il più avanguardistico della sua carriera, già di per sé parecchio ‘avanti’ rispetto alla massa…