6.5
- Band: MY LAMENT
- Durata: 00:54:50
- Disponibile dal: //2009
- Etichetta:
- Solitude Prod.
L’esordio dei My Lament ci propone un nuovo nome da aggiungere all’interminabile elenco di band intente a ripercorrere i sentieri tracciati nella grande stagione del gothic-doom di inizio/metà anni ’90. Un terreno che può essere insidioso, quello in cui sceglie di addentrarsi la band belga, nel quale ad ogni passo si rischia di cadere nelle sabbie mobili del già sentito, o di finire sotto la spada di Damocle di confronti impietosi coi mostri sacri del genere.
Il quintetto si accinge all’impresa con una certa determinazione, avvalendosi del sostegno di una produzione che valorizza adeguatamente i suoi forzi strumentali e dà corpo al sound. Nonostante queste buone premesse, a conti fatti “Broken Leaf” finisce però per essere un disco dagli esiti abbastanza alterni: alcuni episodi si lasciano senz’altro apprezzare, anche e soprattutto grazie ad alcuni – purtroppo non molto frequenti – tentativi di miscelare alla base doom un’aggressività melodic death metal, in parentesi in cui la sezione ritmica sale alla ribalta aumentando notevolmente l’andatura delle tracce. Altri capitoli sembrano invece non riuscire a prendere una decisione precisa, finendo per limitarsi al classico connubio tra distorsioni molto pesanti e cantato nel quale si mescolano noia e disagio, riportando alla memoria una versione tutto sommato sbiadita dei soliti noti (primissimi Anathema, My Dying Bride) e di qualche nome successivo (leggi Saturnus e, a tratti, Celestial Season). Pur in questa altalena di risultati, “Broken Leaf” riesce comunque a mettere in luce capacità che ci si augura la band riesca ad accrescere in seguito, anche e soprattutto facendo qualche passo in avanti in termini di personalità.