MY LAMENT – The Season Came Undone

Pubblicato il 12/09/2023 da
voto
6.5
  • Band: MY LAMENT
  • Durata: 00:49:46
  • Disponibile dal: 22/09/2023
  • Etichetta:
  • Ardua Music

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Riemergono dalle nebbie di un lontano passato i doom-deathster belgi My Lament, formazione di Anversa che prende forma nel 2002 e che si barcamena nell’ultraunderground per i seguenti vent’anni, senza quasi colpo ferire ma anche, con grande dignità e stolidità, senza mai arenarsi o abbandonare le velleità artistiche. Poche, mirate uscite – forse più per sfortuna che per scelta – una promozione inesistente e qualità probabilmente non eccelse hanno fatto transitare tale band al di sotto dei radar, seppur il primo e unico full-length album, “Broken Leaf” del 2009, venne recensito sufficientemente bene sulle nostre pagine. Un EP nel 2015, “Sorrow”, rianimò per breve tempo l’interesse attorno ai Nostri, che poi centellinarono di nuovo le loro apparizioni mediatiche e musicali. Fino alla composizione del nuovo disco, il secondo e qui presente “The Season Came Undone”, a cui fa seguito il contratto con la spagnola Ardua Music.
Con una line-up praticamente immutata negli anni – Stephanie Sarlet al basso, Vincent Jacobs alla batteria, Paul Broeren alla prima chitarra – che ha visto avvicendarsi, però, diversi cantanti, fra i quali perdura l’attuale secondo chitarrista Robrecht Vandemeulebroecke, i My Lament sciorinano con onestà e notevole esperienza il loro doom-death metal dai tratti scolastici e diremmo piuttosto scontati, caratteristiche che comunque non impediscono al lavoro di farsi apprezzare, soprattutto dai cultori delle sonorità targate Nineties e spazianti dalla Triade britannica (Paradise Lost, ma in effetti più My Dying Bride e primi Anathema) ai Type O Negative, dai Tiamat agli Amorphis, dai Cemetary alla scena olandese e a tutte quelle entità goticheggianti tra doom e death metal che hanno fatto la fortuna della scena oscura e lugubre di quegli anni.
In alcuni momenti di “The Season Came Undone” la dipendenza dei My Lament da quell’epoca d’oro è fin troppo evidente, al limite del plagio: ci riferiamo in particolar modo a “My Mausoleum”, davvero identica a quei brani dei Bride dal tocco tetro ma romantico e impostati su riff melodici e commoventi, così come la voce di Robrecht segue pedissequamente le metriche riconoscibilissime di Aaron Stainthorpe; oppure, in occasione di “Dying Of The Light”, ecco lo spettro di Peter Steele e soci fare la sua comparsa, voce più grave, ritmica quadrata, riff portante semplice e diretto.
Ecco, in questi frangenti il quartetto belga perde punti, in quanto va bene ispirarsi e riproporre idee altrui, ma scimmiottare completamente uno stile è segnale di maturità compositiva ancora lontana dall’essere, pur considerato che si tratta di una formazione fondata vent’anni fa. Anche la lunga strumentale “Like Something Almost Being Said” non ci ha convinto, con quella sua accelerazione in salsa melodic black che stona del tutto al cospetto delle complessive pacatezza e mestizia che aleggiano per tutta la durata del platter.
Chiariti i punti deboli di “The Season Came Undone”, il resto delle tracce è da promuovere, derivativo e con minime soluzioni personali ed originali quanto si voglia, ma comunque sincero, genuino, piacevole e ben interpretato, dotato di una produzione retrò e per nulla bombastica che mette in risalto il lavoro pulito degli strumenti, i begli assoli di Broeren (ottimo quello di “Fallacy”!), la precisione della sezione ritmica e il bell’effetto delle due chitarre che viaggiano spesso indipendenti ai due lati delle cuffie. Arrangiamenti puntuali di tastiera, mai invadenti, sezioni arpeggiate ed intimistiche, un growl e delle voci pulite che fanno il loro definiscono meglio un disco consigliato di certo ai completisti e ai nostalgici del genere, ma pochi altri per il resto.
Segnaliamo fra i pezzi migliori il remaster di “Life Will Be The Death Of Me” e la più dinamica e varia “Like Fallen Rain”, mentre il breve singolo “November” ha l’aria di essere stato composto proprio per essere accessibile ai più, ma non rappresenta al meglio il gruppo. Non una perla rara, ecco, “The Season Came Undone”, e nemmeno una perla, bensì un bel sasso levigato e striato che potete trovare comunemente in riva al mare con la bassa marea. Buono per la collezione.

 

TRACKLIST

  1. Everything Goes To Waste
  2. My Mausoleum
  3. Fallacy
  4. Like Fallen Rain
  5. Oh, Fall
  6. Dying Of The Light
  7. Like Something Almost Being Said
  8. November
  9. Life Will Be The Death Of Me (2023 remaster)
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