7.5
- Band: MYRATH
- Durata: 00:55:20
- Disponibile dal: 04/29/2016
- Etichetta:
- earMusic
- Distributore: Edel
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I Myrath si erano messi in luce alcuni anni fa sia per il fatto di essere stati la prima metal band tunisina a firmare un contratto con un’etichetta, sia e soprattutto per aver realizzato tre album di tutto rispetto quali “Hope”, “Desert Call” e “Tales Of The Sands”: parliamo di lavori di altissimo livello, nei quali la band aveva saputo lanciare uno stile unico, che ci piace definire ethno-metal, miscelando un classico sound metal prog con la tradizione musicale araba e con sonorità tipicamente magrebine. A cinque anni di distanza, con una line-up leggermente rinnovata, che ha visto l’innesto del batterista francese Morgan Berthet, i Myrath tornano con un nuovo lavoro, intitolato “Legacy” (che poi, se non andiamo errati, altro non sarebbe che la traduzione dall’arabo appunto della parola “myrath”). Rispetto ai lavori precedenti, appare subito evidente come siano stati, a nostro avviso, un po’ modificati gli equilibri tra tradizione europea ed araba già presenti nel loro stile: non sono venuti meno cioè quegli elementi tipici della musica araba, ma questi appaiono più marginali, rimanendo quasi inglobati in un approccio sicuramente più vicino alla musica occidentale. Certo, il retaggio musicale dei Myrath si fa sentire e persiste comunque in certi arrangiamenti vocali o in tappeti sonori per i quali si preferisce ora far ricorso a classiche orchestrazioni con gli archi piuttosto che a strumenti folk tipici, appunto, della tradizione magrebina. La band, peraltro, stavolta opta per limitare in maniera decisa il proprio solito approccio progressivo, preferendo orientarsi più verso un power/prog con forti ed evidenti influenze di act come i Kamelot. Sinceramente questa svolta dei Myrath non ci ha entusiasmato particolarmente però non possiamo non ammettere che “Legacy” sia comunque un gran bel disco, davvero elegante e raffinato e con tante belle canzoni: basti dare un ascolto a brani come “The Needle”, “Through Your Eyes”, “Duat” o “Storm Of Lies”, giusto per citarne alcune; forse un tantino eccessivo, a nostro avviso, invece, l’approccio quasi tendente al pop di una traccia come “Endure The Silence”. Insomma, se prima d’ora i Myrath erano un gruppo forse quasi unico a livello mondiale, oggi appaiono come una band più “normale”, ma che conserva comunque diverse peculiarità e che sa ancora realizzare musica interessante e di qualità.