7.0
- Band: MYSTICUM
- Durata: 01:06:06
- Disponibile dal: 01/08/2004
- Etichetta:
- Aftermath Music
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Premessa importante: questo non è un nuovo album, ma si tratta di una raccolta particolare che forse risulterà ancora più interessante di una nuova release dei norvegesi Mysticum, tra i pionieri, è bene ricordarlo, delle sperimentazioni industrial unite al black metal. In sede di presentazione viene anche spiegato il titolo dell’album: ‘lost masters’ ha un doppio significato, e tale titolo è stato scelto in quanto i master dei primi demo della band qui riproposti sono andati perduti e diventati quindi materiale ormai introvabile. Il titolo si può anche intendere nel senso che i Mystium, band storica norvegese, negli anni si sono persi per strada dando alle stampe un solo full length, un po’ poco in dieci anni… Ad ogni modo, oggi come oggi, la band esiste ancora e presto uscirà con il tanto atteso successore di “In The Streams Of Inferno”, mentre in questa antologia ritroviamo tutti i brani scritti in carriera dal trio nordico eccetto quelli comparsi sul sopra citato album: si inizia con il primissimo demo fino ad arrivare ad un brano nuovo, composto nel 2003. Ma andiamo con ordine. I primi sette brani fanno parte del demo del 1993 intitolato “Wintermass” e registrato con il nome di Sabazios, di epoca pre-Mysticum quindi. Interessante notare le differenze, e ce ne sono parecchie tra questo lavoro e quello successivo, sempre datato 1993, registrato stavolta sotto il monicker di Mysticum e chiamato “Medusa’s Tears”. Il cambio di nome può forse essere spiegato con il cambio di stile che passa dal un black metal grezzo, minimale e cupo, ad uno più atmosferico, sempre grezzo, ma con quel tocco industrial non evidentissimo ma sufficiente a far prendere ai Mysticum quella dimensione che li caratterizzerà in futuro. Dal punto di vista qualitativo migliore era il demo Mysticum-era, ma l’altro ha comunque il suo fascino e non solo perché rappresenta il periodo pre-Mysticum. “Medusa’s Tears” contiene già delle sperimentazioni e non fu un caso se lo stesso Euronymous, attratto da simili sonorità, offrì alla band un contratto con la sua casa discografica Deathlike Silence Productions. Poi tutti sanno come è andata a finire la faccenda, che forse ha danneggiato non poco la notorietà dei Mysticum, band rimasta nel limbo dopo la realizzazione di “In The Streams Of Inferno”. Dopo i due demo ci sono brani singoli tratti dalle altre release della band, a cominciare da quel mitico 7″ realizzato nel 1994 assieme agli Ulver e contenente il bellissimo brano “Mourning”. La canzone migliore del cd è forse “Where The Raven Flies”, tratta dal promo “Piss Off” dell’anno seguente, molto simile al mood delle sperimentazioni presenti nel full length album. Seguono due brani presenti su delle compilation: “Kingdom Comes”, finito sul tributo a Euronymous “Nordic Metal”, ed “Eriaminell”, tratto da “A Tribute To Hell – Satanic Rites”, datato 1996. E si giunge alla fine del lunghissimo ascolto al brano che forse desterà più curiosità di tutti: “Black Magic Mushrooms”, canzone allucinogena già nel titolo e presente nello split realizzato nel 2003 dai Mysticum assieme agli Audiopain. Difficile pensare a come potrebbe suonare il nuovo, imminente album dei Mysticum tenendo fede a quello che si sente in “Black Magic Mushrooms”. Be’, i nuovi Mysticum non sono i The Kovenant, tanto per iniziare… sono rimasti grezzi, specie nei suoni, hanno una base black sempre molto graffiante e gelida, a cambiare semmai sarà il lavoro di programming: non che il ritmo del nuovo brano sia danzereccio, ma di certo è più ritmato rispetto al passato. Le vocal non sono ottime, piuttosto secche, e la metrica è ripetitiva ma riesce proprio per questo a restare impressa nella testa di chi ascolta. L’atmosfera è schizzata ed estraniante, un po’ come il titolo stesso del pezzo. Per essere trascorsi quasi dieci anni si può dire che i Mysticum non sono cambiati poi tanto, e forse questa è l’unica cosa che interessa sapere a tutti i vecchi fan della band. Il voto tiene in cosiderazione il valore ‘storico’ del materiale qui raccolto ed è un po’ un omaggio alla carriera di questa band, al di là della qualità oggettiva.
