6.5
- Band: NACHTBLUT
- Durata: 00:55:00
- Disponibile dal: 28/05/2012
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Ipotiziamo che Dani Filth sia davvero un vampiro assetato di sangue ed ipotiziamo anche che il singer britannico morda il collo (con l’ausilio di una scala ovviamente) dei componenti dei Rammstein. Continuando a fantasticare in preda alla canicola estiva, immaginiamo questi brutti ceffi con tanto di face-painting, abiti in latex e pose mutuate dai più attuali film sui succhiasangue, dirigersi verso un goth-club alla moda e frequentato dai giovani e “trendaioli” pipistrelli e avremo quantomeno un quadro molto vicina alla realtà di quello che è l’universo musicale in cui si muovono i Nachtblut. Più seriamente e professionalmente, possiamo asserire che il gruppo tedesco propone una sorta di goth-metal pesantemente influenzato dall’industrial più soft e dalla musica elettronica più dark ed atmosferica, supportato da chitarre pesanti e “pensanti” in quanto bene attente a “schivare” ogni riff eccessivamente estremo che possa snaturare la loro musica prevalentemente e furbescamente “commerciale”. L’utilizzo della lingua madre e della sua fonetica marziale li avvicina ai loro conterranei Rammstein, mentre l’uso di un cantanto che invero non si sforza di andare oltre ad uno screaming “filthiano” ed un sussurato “goth-erotico” non può che avvicinarli alla band di “Funeral In Carpathia”. Brani indiscutibilmente ricchi di appeal danzereccio, che non sfigurerebbero nei dance-floor più alternativi, sono quelli che compongono questo “Dogma”, un lavoro appetibile e sicuramente ben curato, dove la tomb… ehm, la nicchia dove si sono auto-reclusi i Nostri risulta tanto un handicap quanto fonte di energia e relativo successo in determinati “circuiti”. Il combo teutonico lavora bene su arrangiamenti, incroci vocali e tastiere onnipresenti, che donano ad ogni traccia una propria riconoscibile identità, il tutto (come da copione) arricchito da una produzione che valorizza il suono moderno (ma non innovativo) del gruppo. Una qualità omogena nella tracklist ci aiuta ad ascoltare il tutto senza particolare fatica, spingendoci magari, in un moto di “autolesionismo tamarro”, a premere nuovamente il tasto “Play” del nostro lettore. Ammettiamolo, chi di noi maschietti sceglierebbe di pogare con decine di metallari grossi e sudati ascoltanto gli Slayer, piuttosto che ballare con una splendida goth-girl sulle note di questo buon “Dogma”? Se non esistessero i Cradle Of Filth ed i Rammstein, questo gruppo meriterebbe più successo dei Metallica, ma se non esistessero i gruppi sopra-citati, questa band non saprebbe cosa suonare.