7.0
- Band: NACHTMYSTIUM
- Durata: 00:25:03
- Disponibile dal: 30/11/2018
- Etichetta:
- Lupus Lounge
- Distributore: Audioglobe
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E’ possibile che da uno sbaglio compiuto possa prendere forma una imprevista opportunità? E’ questo ambiguo e suggestivo leit motiv ad animare la nuova prova discografica di Blake Judd, che dopo gli ormai noti scandali, la serie di truffe ai danni dei fan e il conseguente ritiro dalle scene, si ritrova oggi fuori dal tunnel della tossicodipendenza (o almeno così pare) e con un contratto con la Prophecy Productions/Lupus Lounge, etichetta da tempo leader in campo black metal atmosferico e affini che, sulla carta, potrebbe essere la sistemazione ideale per i Nachtmystium. Questi ultimi giungono ora al rilascio di questo atto inedito esattamente a quattro anni di distanza dal precedente “The World We Left Behind” – disco che avrebbe dovuto rappresentare l’epitaffio della formazione statunitense – e lo fanno con una line-up rinnovata, composta da Judd, dal polistrumentista tedesco Martin van Valkenstijn (attivo in diverse band e session per nomi come Empyrium e The Vision Bleak) e dal batterista Jean Graffio.
Sono tre i brani (più un intro) che tracciano il fil rouge di questo inaspettato ritorno, il quale, già da un primo impatto, rivela il buono stato di forma della band e rimette in primo piano la maturità e l’esperienza artistica del Judd musicista. E’ una tessitura dal richiamo sognante a farsi strada tra l’asciutta impostazione (black) metal, un ordito che spesso e volentieri consegna il centro del proscenio alle risapute divagazioni psichedeliche e floydiane care al frontman. Un incedere quindi elegantemente misurato e dilatato, ispirato sul versante melodico, vicino al materiale dell’ultimo album o alle parentesi più sperimentali e soft del vecchio repertorio; un viaggio che ha nella title-track e in “Desert Illumination” le tappe più accattivanti.
Senza strafare, con “Resilient” i nuovi Nachtmystium confezionano un EP dall’impatto essenziale, diretto, che evita confusi preamboli e punta dritto all’essenza della propria espressività. Fa piacere tornare a parlare di Blake Judd in questi termini. Speriamo ora che quest’ultimo si tenga lontano dai guai e continui a concentrarsi sulla musica.