7.5
- Band: NAGA
- Durata: 00:22:51
- Disponibile dal: 17/01/2013
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Dopo anni passati rinchiusi nel’underground più incontaminato, nel 2010 i Kill The Easter Rabbit erano finalmente riusciti a pubblicare il proprio debut album “Apokatastasis” per i tipi della Trips Und Träume. Successivamente i Nostri hanno deciso di cambiare monicker in Naga, e questo EP rappresenta il primo vagito discografico di questa sorta di seconda fase di carriera. Rispetto al passato ci pare che la band partenopea abbia voluto meglio focalizzarsi sull’aspetto più squisitamente sludge doom della sua proposta, andando a pescare in quel mare magnum di riff dilatati ma possenti generato dagli Sleep e dai Mastodon, senza dimenticare una forza impattante mutuata direttamente dai Neurosis e dai loro padri putativi Melvins. Il trio è poi abile a non perdere mai la bussola, cercando sempre soluzioni tutto sommato semplici, ridondanti ma efficaci. “The Path” vive su di un riff circolare reiterato all’infinito, sopra il quale vengono improvvisati solismi stonatissimi, accompagnati da un’effettistica viaggiosa e dalla voce sporca di Lorenzo De Stefano. La successiva “Vitriol” incupisce ulteriormente il mood generale e risulta leggermente più varia ed articolata della traccia precedente, grazie ad un lavoro di batteria tutto sommato piuttosto efficace ad opera di Dario Graziano, ex Nameless Crime. In alcuni passaggi chitarristici pare di sentire qualche influsso più vocato al post black, ma sono solo impressioni fugaci sotterrate da distorsioni elevatissime che saturano completamente il sound. Anche il basso di Emanuele Schember contribuisce alla creazione di questo senso di stordimento generato da un eccesso di watt. Alcuni solismi della sei corde potrebbero aprire scenari interessanti verso lidi cari ai Mastodon, ma la band preferibilmente ama colpire attraverso le ritmiche pesanti e “monotone” tipiche del genere. Senza dubbio questo EP autointitolato offre degli ottimi spunti e funge già da base di partenza più che buona per un’eventuale ascesa dei Naga all’interno di una scena tricolore sempre più vocata verso sonorità sporche e drogate. Molto bravi.