7.5
- Band: NAILS
- Durata: 00:17:44
- Disponibile dal: 30/08/2024
- Etichetta:
- Nuclear Blast
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Diciamo le cose come stanno: fino a non molto tempo fa, lo stringere fra le mani un nuovo album dei Nails ci sarebbe sembrata una condizione utopistica. D’altronde, il processo autodistruttivo iniziato con la cancellazione dei tour promozionali di “You Will Never Be One of Us”, approdo nel roster del colosso Nuclear Blast accolto da un’ondata unanime di consensi da parte del pubblico e della critica, e proseguito con il disfacimento della line-up del gruppo, con la mente non certo regolare di Todd Jones rimasta sola a capo del progetto, non lasciavano esattamente ben sperare per il prosieguo di carriera di questo baluardo della scena hardcore/grind/death metal degli anni Duemila, in grado con il suo stile terremotante e ruvidissimo di imporsi anche ben oltre i soliti circuiti underground.
Forse proprio perché colto alla sprovvista da un’attenzione che mai mi sarebbe aspettato di ricevere, il cantante/chitarrista californiano ha impiegato un bel po’ per rimettere insieme i pezzi e ritrovare lo slancio necessario, prima scrivendo l’intero “Pain into Power” degli amici Terror e poi, fatta definitivamente pace con se stesso, lavorando in gran segreto alla stesura di questo “Every Bridge Burning”, ennesima manata destinata a lasciare il segno con il suo mix ormai perfettamente collaudato di metal estremo e istanze hardcore.
Reclutati dei veterani come Shelby Lermo alla seconda chitarra (Ulthar, Thanatotherion), Carlos Cruz alla batteria (Warbringer) e Andrew Solis al basso (Apparition), e mettendosi nelle mani di Kurt Ballou per quanto concerne la produzione del disco, bravissimo a conferire un appeal caldo e autentico al tutto, il Nostro ha quindi ripreso il cammino incendiario di sempre, guardandosi bene dal rivedere una formula che, per quanto semplice, in pochi oggigiorno sembrano essere capaci di gestire con una tale disinvoltura.
Ignoranza al potere, va da sé, ma con un gusto in termini di songwriting – tradotto in brani orecchiabili e di senso compiuto – a dir poco ragguardevole, frutto dell’incontro/scontro fra la scuola di Nasum/Rotten Sound da un lato e quella di certo catalogo Earache (Entombed e Napalm Death) dall’altro, con qualche affondo thrash metal a rendere ancora più deragliante l’insieme.
Il risultato, per la quarta volta consecutiva, è una tracklist che definire stringata sarebbe riduttivo, e in cui l’arte del riff – intesa come palla da demolizione scagliata contro l’ascoltatore – detta legge in una manciata di episodi concitati, feroci e pazzescamente dinamici.
Un flusso barbaro quanto si vuole, ma che denota la mano esperta e attenta con cui Jones miscela gli elementi del proprio background, e nel quale ogni colpo inferto e ricevuto assurge a momento irripetibile dell’esperienza, sia esso un breakdown o una scarica di blast-beat. A questo giro, le hit rispondono al nome di “Imposing Will”, “Give Me the Painkiller”, “Lacking the Ability to Process Empathy” e “No More Rivers to Cross”, ma è scontato dire che, in un contesto del genere, sia anche superfluo mettersi a fare troppe analisi. Il livello medio è e resta alto, tanto da fare della raccolta il miglior materiale dei Nails dai tempi di “Abandon All Life”.
Musica concreta per gente che non ama perdersi in stronzate.